Sentimentale

PERDUTAMENTE TUA

Titolo OriginaleNow, voyager
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1942
Durata117’

TRAMA

Charlotte è psicologicamente vessata e mortificata da una madre autoritaria. In cura nella clinica psichiatrica del dottor Jaquith, rinasce e acquista sicurezza di sé. Durante un viaggio s’innamora di un uomo che, però, è sposato e torna dalla moglie.

RECENSIONI

Dopo essere stato il direttore dei dialoghi di Bette Davis in non poche pellicole, Irving Rapper, da poco passato alla regia, dedicherà all’attrice una trilogia di cui questo costituisce il primo capitolo di grande fortuna presso il pubblico e generalmente apprezzato dalla critica. È un dramma sentimentale, tratto da un romanzo di Olive Higgins Prouty (quella di Stella Dallas), che parte molto bene come thriller psicologico: Bette Davis (ingrassata, con occhiali e sopracciglia folte) in una casa bostoniana d’alta borghesia con madre (la sempre fantastica Gladys Cooper) che più serpe non si può. Rapper muove molto la macchina da presa e si avvale di un montaggio abbastanza spedito, adoperandosi in dettagli (il movimento nervoso delle mani della madre) che contribuiscono ad innalzare la tensione claustrofobica di un rapporto opprimente. Ad un certo punto, però, la sceneggiatura di Casey Robinson glissa sia sulla tensione domestica, sia sul percorso di guarigione della protagonista (contraddicendo il titolo originale, da un verso di Walt Whitman), per presentare direttamente l’incontro d’amore ed esaudire le aspettative del pubblico femminile di riferimento con una lunga parte centrale ambientata a Rio de Janeiro, soporifera nelle declamazioni romantiche ed indisponente nel disattendere del tutto le premesse: si cambia praticamente film e, quando si tenta persino di fare commedia, il risultato è deleterio (vedere la macchietta del taxista brasiliano, italo-americano in originale). Anche quando (finalmente!) la donna rinata torna dalla genitrice-arpia, è sull’amore impossibile che gli autori continuano a battere, ma conquista la tenerezza del rapporto che s’instaura fra Charlotte e la figlia introversa in cui si specchia. Il codice Hays detta, invece, la chiusura tanto romantica (memorabile la frase “Non pretendiamo la Luna se abbiamo già le stelle”) quanto incredibile per evitare che l’adulterio fosse consumato. Oscar alla musica accorata e malinconica di Max Steiner. Grandissimi Bette Davis e Claude Rains, mentre Paul Henreid passa alla storia per il modo in cui accende la sigaretta a Charlotte.