Thriller

ANALISI DI UN DELITTO

Titolo OriginaleA murder of crows
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Genere
Durata99’

TRAMA

Radiato dall’albo per essersi rifiutato di difendere a dovere un assassino, un avvocato pubblica un romanzo non suo (“A murder of crows”, il titolo originale), diventa famoso ma…

RECENSIONI

Il thriller non è pane per i denti di Rowdy Herrington, che si ostina a scrivere e dirigere dei gialli con "serial killer in omaggio" (Delitti Perfetti, Impatto Imminente) che affondano le felici intuizioni sotto il peso d'una grossolanità ricercata (per agganciare il pubblico di facili pretese). Il suo Seme della Follia, dove lo scrittore di romanzi si ritrova protagonista di un incubo, ha idee preziose che vengono spiattellate/appiattite e non suggerite, smontando qualsiasi sorpresa: urlate sono le citazioni letterarie colte (Cristopher Marlowe, Hemingway, Goethe, Shakespeare e Grisham), urlato è l'espediente da film-noir dell'Io narrante, che racconta (senza “il cinema") le parabole biblico/faustiane del protagonista e l'eterno dilemma etico della Legge contro la Giustizia. Il meccanismo del "whodunit'?" (chi-è-stato?), invece, si deteriora per inettitudine e stoltezza: un autore accorto avrebbe evitato di imbalsamare con un evidente trucco, rivelando troppo presto che è un impostore, l'interprete "anziano" (Marlowe); avrebbe evitato il rischio, facendo sì, ad esempio, che il personaggio ingaggiasse e non impersonasse un vecchio. No-comment poi sulla frase infelice di Cuba Gooding jr. "Non ero mai entrato in casa d'altri di nascosto", pronunciata, in casa d'altri, pochi minuti dopo essere entrato abusivamente in quella del proprio ex-cliente. Non ha senso neppure che riveli di non aver scritto lui il libro: poteva semplicemente citare la fonte (morta) e cavarsela. Il film affascinante che Rowdy Herrington non è riuscito a realizzare, se non per frammenti, doveva assomigliare di più a La Vita è Meravigliosa, dove l'angelo Clarence (Marlowe) scende sulla terra per donare al prode Gooding jr. un libro incantato, lo mette alla prova e decide di trasformarsi in Mefistofele per punirne il peccato shakespeariano d’ambizione. Il giudice dell'imputato sarebbe allora il poliziotto Tom Berenger, che prova il polso al suo cliente durante la bellissima sequenza della partita a scacchi virtuale, giocata con un portacenere al posto delle pedine (entrambi lo spostano e duellano a parole). Il sogno di Frank Capra che diventa incubo. Il finale del film immaginato è quello amaro, non il lieto fine posticcio che il regista appiccica con lo sputo nell'ultima sequenza.