Documentario

IL SORRISO DEL CAPO

NazioneItalia
Anno Produzione2011
Durata7

TRAMA

Il duce, il fascismo.

RECENSIONI

Marco Benchis mette in scena l'ascesa dell'Uomo Nuovo, colui che ha saputo scardinare la materia del Sacro, mutandola a sua immagine, coniando una nuova gerarchia, un nuovo ordine sia individuale che politico, foraggiando così il bisogno estremo della psiche collettiva, avere un individuo in grado di sopprimere il Caos e disciplinare l'esistenza. “Credere, Obbedire, Combattere”, un motto che purtroppo sopravvive insieme all'illusione della Maschera, alla farneticazione libera, al compiaciuto radicalismo del discorso in piazza,  mezzo in grado di fondare – nella sua logica più deformata -  il rapporto privilegiato con la massa. Benchis si affida solamente alla voce narrante paterna che didascalizza le immagini di repertorio, pura trasmissione di un'ideologia e costruzione di una demagogia che ha le sue radici nella manipolazione dei desideri irrazionali del popolo. Un linguaggio del potere, forzatamente dissimulato nella dialettica e contraffatto nelle promesse che funziona nel film per mezzo di immagini-manifesti incubate nell'immaginario collettivo e proprie di un secolo che ha fatto della dittatura sua forza caratterizzante. Il film procede attraverso il disvelamento dei fallimenti del regime con l'integrazione di un cortometraggio girato all'epoca chiamato “Il fesso di guerra” in grado di scaturire a posteriori una reazione divertita (il fesso di guerra), l'aggiunta di alcuni frammenti in cui De Sica ironizza sulla crisi del ventinove e la riflessione della voce di Benchis-padre, all'epoca fascista convinto. Pellicola che ha l'urgenza di porsi come filo rosso con il contemporaneo facendolo dialogare con il passato storico, pecca nella mancata unione tra la voce e le immagini: il binario visivo, quello delle tantissime sequenze scelte dal regista (alcune quasi mai viste), va a scontrarsi con la voce narrante che non approfondisce il motivo della fascinazione ma risolve solamente nell'immediato sorriso, nell'inutile scossa di capo, nella farsesca e mancata presa di coscienza.