TRAMA
Sheryl, una giovane donna che vive con i due figli Marc e Stephen in una zona rurale della Virginia, cerca di trovare un equilibrio tra il suo lavoro come governante e il suo impegno di madre
RECENSIONI
Una madre, due figli, la Virginia rurale: una storia per certi versi raccontata innumerevoli volte. Nonostante ciò la macchina da presa di Mattew Petock riesce a sorprendere trovando la perfetta alchimia tra forma e sostanza, tra il cosa e il come. A quasi tutti i festival, e in particolare al TFF, si assiste a film spudoratamente confezionati per la competizione, con tutti gli orpelli al posto giusto per convincere le giurie (il vincitore di questa edizione Either way fa parte di questa lista), seguendo un processo creativo ormai standardizzato che vede la scuola Sundance (altrettanto standardizzata) come modello di riferimento per i lavori americani e tanto cinema dautore europeo (i Dardenne sono i più gettonati) come richiamo continentale. La forza di A Little Closer sta nel riuscire a colmare quel vuoto onnipresente, ciò che più viene trascurato: la sincerità. La prima impressione che il film di Petock fornisce è di uno sguardo sempre e comunque vicino ai propri personaggi, un punto di vista che, senza trascurare la forma, crede in ciò che racconta.
Con questi presupposti lopera mostra frammenti di quotidianità di una famiglia, partendo da un incidente domestico che, sin dalle prime scene, fornisce le coordinate stilistiche del film. Il regista riesce a essere estremamente coerente nellassociare forma e sostanza: ad uno stile frammentario di regia e impostato principalmente sulla rottura, corrisponde una narrazione che procede a singhiozzo, chiamando in causa un personaggio alla volta, rompendo, sin dallinfortunio che apre il film - dalla valenza fortemente simbolica -, lunità familiare per andare a scandagliare le singole esistenze. Proprio in questa parte centrale è significativa la sensibilità con cui lautore mostra i personaggi: i ragazzini con le loro scoperte adolescenziali, fatte di sesso e violenza, di cinismo e isolamento; la madre, con la sua solitudine obbligata, la sua frustrazione dovuta alla scissione tra desiderio e responsabilità.
Il finale, solo apparentemente riconciliante, non è meno simbolico dellincipit, specie nel suo ricollocare nelle medesime inquadrature lintero nucleo familiare - cosa quasi mai successa dallinizio del film in avanti - un modo di dichiarare allo spettatore quale sia lunico soggetto dellopera, lunico motivo scatenante, quelle tre persone, sempre le stesse. Solo un po meno sconosciute.
