TRAMA
Una famiglia di rubacchiotti (minuscoli esseri umani) abita nella casa dei Lender, padre, madre e il piccolo Pete che li scopre. Il truffaldino avvocato della zia defunta della famiglia, però, con l’inganno s’accaparra la loro dimora sloggiandoli.
RECENSIONI
La serie di racconti per ragazzi dell’inglese Mary Norton (la stessa di Pomi d’Ottone e Manici di Scopa della Disney) iniziò a comparire in libreria nel 1952: qui, infatti, c’è una riuscita ambientazione che richiama quel periodo (salvo che John Goodman, ad un certo punto, parla al cellulare). La poco accorta versione italiana traduce l’originale “The Borrowers” con “rubacchiotti”, quando i personaggi cartacei erano da noi conosciuti come “Gli sgraffignoli”. Dirige questa trasposizione il londinese Hewitt che, praticamente, ai film per ragazzi ha dedicato la carriera: la parte più debole dell’operazione è proprio la sua regia, non tanto a livello tecnico ma come visione d’insieme. Bastava, cioè, poco per ovviare a certe ingenuità insite nella sceneggiatura di John Kamps e Gavin Scott, già votata al ribasso di per sé fra personaggi-macchietta e svolgimento basico: si tratta di grossolane inverosimiglianze che riguardano il personaggio di John Goodman, non viene ad esempio spiegato il motivo per cui si mette a cercare il testamento nella casa anziché demolirla direttamente; troppo comodo anche fargli canticchiare ad alta voce le proprie malefatte (espediente narrativo affinché i rubacchiotti conoscano i suoi piani) e fargli inventare morti assurde e mai efficaci per i piccoletti, quando gli basterebbe stringere il pugno per stritolarli. Dettagli che fanno la differenza, soprattutto in una produzione come questa che, almeno per confezione, aspira al massimo rispetto. La parte del leone spetta, come è ovvio in produzioni figlie del citatissimo Gulliver (da Radiazioni BX Distruzione Uomo a Tesoro, mi si sono Ristretti i Ragazzi passando per La Chiave Magica), agli artigiani che hanno ricostruito a grandezza naturale mobilia, suppellettili e oggetti vari che circondano i rubacchiotti (attori in carne e ossa), nonché la fantasia nell’immaginare come questi piccoli esseri riciclino per altre funzioni vari oggetti dei…giganti. Buoni effetti visivi e buone spalle comiche, dove gignateggia Goodman come villain.