TRAMA
La nuova ciurma dell’Enterprise soccorre uno scienziato, salvo scoprire che, in realtà, è un crudele sterminatore di mondi in nome di un folle progetto con cui raggiungere Nexus, una dimensione paradisiaca.
RECENSIONI
La serie tv di Star Trek, creata nel 1966 da Gene Roddenberry (deceduto all’uscita di questo film), ha migliaia di proseliti nel mondo, e ha sfornato sei capitoli cinematografici. Questo è il primo approdo su grande schermo di una seconda serie (“The next generation”, iniziata nel 1987) che è riuscita a eguagliare per creatività e spesso a superare per qualità l’originale, forte dei suoi valori fondati sull’intelligenza, la superiorità etica, il senso di solidarietà di un’umanità evolutissima. Non ne rispecchia, purtroppo, lo spirito quest’opera spossante (come il primo Star Trek, che trasponeva la prima serie) in tutti i sipari nostalgico-sentimentali, non eccezionale nell’inventiva fantascientifica e, soprattutto, carente nella prerogativa che, in fin dei conti, è la carta vincente della “vision” di Gene Roddenberry: la spontaneità, fatta anche di piccoli gesti e di disegno dei personaggi, frutto di un sistema di valori condiviso con i caratteri cui si dà vita. Gli autori hanno preferito privilegiare lo scontato e troppo mitopoietico passaggio di testimonial fra i capitani di William Shatner (prima serie) e Patrick Stewart (seconda), un ottimo attore di formazione teatrale con una parte che non riesce a metterne in luce il grande magnetismo. Gli altri caratteri sono in secondo piano (ad eccezione dell’androide Data-Brent Spiner, bravissimo) per valorizzare di più l’avventura e il dramma d’azione, per fortuna parecchio avvincente, anche senza l’ausilio degli effetti speciali (di cui non si fa uso spropositato).