TRAMA
Primi anni sessanta: un ingegnere nucleare ha una moglie civettuola che gli causa non pochi problemi nelle basi militari dove vive.
RECENSIONI
Per ironia della sorte il film che ha ridato notorietà a Tony Richardson è uscito postumo: l'autore inglese è morto l'anno dopo la realizzazione e, per il fallimento della Orion Pictures, la pellicola è circolata solo nel 1994. Col passare del tempo il suo modo di filmare s'è fatto manierato e accademico ma ritroviamo alcuni dei temi cari al "giovane arrabbiato" del Free Cinema: la liberazione dalla ipocrita morale borghese, l'impegno civile, i disegni psicologici contorti e/o morbosi, specie se riguardanti figure femminili seguite nella loro maturazione (vedi Il Grande Peccato). Jessica Lange (premiata con l'Oscar) interpreta una donna procace e smancerosa, isterica e instabile, infantile e frivola ma, allo stesso tempo, piena di vita e di un'ingenuità autentica. Una femmina pericolosa sinceramente legata ad un uomo paziente e dai sani principi, capace di andare oltre le facili etichette, di saper vedere l'invisibile nel "Cielo blu", quello ripulito dai pericoli della bomba atomica (o sexy come lei), dalle radiazioni fatali impercettibili ad occhio nudo. Un bellissimo parallelo su cui si dipanano un complotto politico e una storia d'amore che lascia il tempo del riscatto a chi sbaglia, a chi bada più alla sostanza che alla forma, conscio che l'acqua rimane acqua anche quando si trasforma in vapore o in ghiaccio. Fra persuasivi dialoghi, ottime recitazioni e approfonditi disegni dei caratteri, il trattamento cade spesso in uno schematico moralismo e la forma non sembra rivelare una grossa personalità artistica: la lezione, però, è di badare al contenuto e bisogna attenersi.
