TRAMA
I mondi della prostituzione, oggi.
RECENSIONI
Thailandia. Bangladesh. Messico. Un viaggio a tre fermate, saggio antropologico sulle forme con cui nel mondo si manifesta la prostituzione. Glawogger chiude la trilogia dedicata alla globalizzazione (dopo Megacities e Workingman’s death), scegliendo tre luoghi, tre modi drasticamente differenti di vivere la mercificazione dei corpi: i nonluoghi tardocapitalistici di Bangokok, il degrado dei bordelli indiani, la sospensione della morale nelLa Zona di La Rayosa. Il rigore dell’autore è radicale, profondamente destabilizzante, il suo sguardo si adegua agli ambienti, il processo di costruzione del racconto anche, varia con fluidità dall’affresco complessivo alla storia individuale, pedina e scruta, si fa affrontare frontalmente nell’intervista, ma l’occhio, quello, è sempre implacabile: non c’è pathos compiaciuto, non ci sono accenti, non c’è simpatia, Glawogger si apre al mondo che gli si organizza davanti, rifiutandosi sempre di mimare l’invisibilità della macchina cinema, cogliendo reazioni evidentemente stimolate (basti il soundtrack - Antony, Pj Harvey, Cocorosie - dialetticamente sconcertante), non lasciandosi sfuggire segni che la realtà dona al simbolico (la copula dei cani, ad esempio), non indietreggiando di fronte a nulla, cercando infine la messa in scena (letterale?) di un rapporto (in)completo. Dispositivo documentaristico nudo e crudo sino all’insostenibilità, che fa tabula rasa di ogni riflessione sul mezzo per farsi sommergere dalla dimensione umana, dall’assenza della domanda etica che pervade il film, fatto di corpi e anime sottomessi al regime del capitale senza quasi rendersene conto. Come fosse lo stato di natura.