Horror, Recensione

BLADE

Titolo OriginaleBlade
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Genere
Durata120'

TRAMA

Blade è un vampiro “diurno” che, per vendicare la madre, vuole sterminare tutti i “figli della notte” della sua razza.

RECENSIONI

 

Tratto dal fumetto Marvel (il mitico Stan Lee è produttore esecutivo) creato nel 1973 da Marv Wolfman e Gene Colan (ma, curiosamente, nello stesso anno uscì al cinema un horror con trama simile, Sterminatore di Vampiri di Brian Clemens), arriva il primo supereroe di colore al cinema, in una pellicola senza idee ed estetica originali ma, non di meno, adrenalinica (e) gioia per gli occhi. Molte arti marziali ironiche e/o iperboliche carpite direttamente dai film made in Hong Kong (soprattutto Mantieni l'Odio per la tua Vendetta di Chang Cheh), una forte vena horror/sanguinolenta (gore), la solita figura di (anti)eroe in chiaroscuro ed in cerca di vendetta (Il Corvo insegna, come molti altri prima di lui). Stephen Norrington, che è stato assistente per il make-up di maestri come Rick Baker, Jim Henson e Stan Winston (occhio all'archivista "espanso"!), governa bene il ritmo ed il montaggio nelle sequenze delle sparatorie con piroette annesse, usa efficacemente il "fast forward" digitale (anticipando, in qualche modo, Matrix, anche nella vena messianica che, però, si perde nell’ovvietà dell’Ammazzavampiri) e si permette qualche preziosismo (bello il parallelo fra Blade che succhia la linfa vitale dalla compagna e Frost che acquisisce potere sfruttando le "anime" dei compagni purosangue). Per lo sceneggiatore David S. Goyer non deve essere stato facile inventare qualcosa di nuovo su di un argomento tanto abusato come quello dei vampiri, ma, senza dimenticare che l'azione smargiassa passa davanti a tutto (anche al coraggio di rappresentare il protagonista in modo più disturbato), riesce a stuzzicare l'attenzione anche con il racconto, alla ricerca di un approccio più adulto che fumettistico, fra lotte intestine per il potere, antiche profezie e specularità fra due antagonisti mezzosangue che si sentono rifiutati e cercano l’autodeterminazione, uno dominando l’altro eliminando i propri simili. Gioca anche con le varie accezioni di "sangue": parte con una mattanza (al perverso techno-party in apertura) e finisce con disquisizioni su razze pure e non.