Commedia, Sentimentale

COME LO SAI

Titolo OriginaleHow do you know
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2010
Durata121’
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio

TRAMA

Indagato per frode fiscale, l’innocente George è allontanato dalla società del padre per cui lavora e mollato dalla fidanzata. S’innamora di Lisa che, però, scaricata dalla squadra di baseball, si è appena messa con Matty.

RECENSIONI

 

Maestri e dilettanti a confronto

“A tutti noi basta una piccola correzione perché la nostra vita funzioni”: la frase di svolta/chiave di lettura della commedia di Brooks descrive anche l’abilità di un regista di eseguire alla perfezione un genere che ha fatto la fortuna di Hollywood nel passato, con sceneggiature di ferro, interpreti eccellenti, ritmi calibrati e uno schema “commedia sofisticata-triangolo sentimentale-capricci del Destino” che la Mecca del Cinema tenta di replicare da sempre con scarso successo (fra i pochi emuli riusciti, Harry ti Presento Sally). Brooks ricorda ad autrici incompetenti come Nancy Meyers che l’artificio non è artificiosità, che l’affabulazione non è manipolazione, che non basta applicare un meccanismo collaudato che parla al cuore se non si è in grado di simularne alla perfezione anche la spontaneità. Le correzioni che opera sul modello tradizionale rendono tutto meno scontato: non c’è la solita avversione, ad esempio, per il terzo incomodo di turno, un Owen Wilson abbonato al ruolo (vedi Vi Presento i Nostri), perché la differenza fra i due pretendenti si gioca su di un altro livello, di profondità di comunicazione (esemplificata in due “racconti morali” riservati all’amata). Fra una Lisa peperino, un George retto fino all’utopia e un Matty candido e fatuo, la triangolazione offre tanti episodi divertenti, commoventi e inventivi, mentre la tragedia si stempera nella speranza e gli sguardi, le battute (“Siamo monogami, vero?” “Sì, ho eliminato il sesso occasionale”), i tentennamenti cuciti con maestria addosso ai personaggi interrompono la lacrima con una risata improvvisa e viceversa. La differenza la fanno anche il disegno dei comprimari (l’usciere d’albergo; la segretaria incinta), gli incastri di una scrittura che veste i panni del Fato, la cura di dettagli non urlati (i principi di George si specchiano nei post-it di Lisa), le scene mielate ma non mielose, i consigli di Vita seri (“Capisci quello che vuoi e impara a chiederlo”) accanto a quelli faceti (“Come lo sai che sei innamorato?” “Quando metti il preservativo con le altre”). Unico punto debole: il personaggio di e la sottotraccia con Jack Nicholson.