Drammatico, Recensione

IL COMMISSARIO PELISSIER

Titolo OriginaleMax et les ferrailleurs
NazioneFrancia
Anno Produzione1971
Durata112'

TRAMA

Al commissario Pelissier sfuggono per l’ennesima volta dei rapinatori di banche. Per riscattarsi, manipola una prostituta per istigare a delinquere i suoi “amici” cialtroni e coglierli sul fatto.

RECENSIONI

Dopo il successo de L’Amante, Sautet riparte dalla fine del racconto e dagli stessi protagonisti, ma sembra voler ripiegare sul genere poliziesco degli esordi (Asfalto che Scotta, Corpo a Corpo). La sua Indagine su un Cittadino al di Sopra di ogni Sospetto, in realtà, racconta ancora l’impossibilità di amare dell’apatia razionale, estendendo questo concetto al rapporto con il proprio lavoro (o il proprio sistema di valori) e alla società tout-court. È l’ossessione per il Diritto (non il senso di giustizia) a guidare le azioni dell’ex-giudice istruttore Max, un uomo che rincorre il fine astratto (cogliere i malviventi in flagrante) perdendo di vista lo scopo concreto dello stesso (evitare la perdita di vite umane), tradendo le amicizie, non accettando le regole del gioco in cui perde e barando in modo meschino anche con i sentimenti, propri ed altrui. Max ricopre anche un ruolo istituzionale e la pellicola veicola una polemica contro la società nel suo insieme, quella che crea il bisogno anche dove non c’è, spinge al crimine e aspetta i “traviati” al varco per punirli. Sautet sta con i cialtroni, i falliti, i delinquenti dilettanti che, a modo loro, contestano sia la rispettabilità borghese sia il crimine organizzato, preferendo un microcosmo di salde amicizie e calore umano dove non è ciò che fai che conta ma chi sei. Max Pelissier, diabolico tentatore, rappresentante della legge, corromperà quest’ordine con la sete di denaro e il crimine più grande, quello contro la fiducia, l’onestà, il cuore. Le apparenze ingannano, il ruolo non identifica, il peccato è relativo e la società, rincorrendo ossessivamente la perfezione formale, cade nella trappola tesa da se stessa, scoprendosi catatonica, frustrata, in preda alla follia, incapace di distinguere il vero dal falso (dove finisce la recita e comincia la reale personalità di Max?). Invece la felicità è dietro l’angolo, negli occhi incantati di una principessa travestita da prostituta (bella, intensa Romy Schneider).