TRAMA
Toronto. Bruno ama Caroline. Passano una notte insieme ma lei sarebbe partita a breve per continuare gli studi in Europa. Il giorno dopo suona vicino alla città il gruppo preferito della ragazza, i Broken Social Scene…
RECENSIONI
È stato ripreso da una decina d'anni a questa parte il termine (e il genere) rockumentary, che ibrida al suo interno la riflessione cinematografica su un gruppo rock in un determinato contesto e le tendenze che caratterizzano il Documentario. In questa direzione si possono ricordare la recente opera di Terry Gilliam per gli Arcade Fire, l'interessante (e velocissimo) Part Of The Weekend Never Dies per Soulwax in tour con i 2Many dj's e naturalmente Shine a Light di Martin Scorsese sui Rolling Stones. McDonald ci prova con un gruppo di Toronto: i Broken Social Scene sono tra le bands indie-rock più importanti del momento; sono un concentrato di stili differenti; sono un collettivo, più che un semplice gruppo di persone che sta insieme per fare musica; si sono schierati per avere un manifesto piuttosto che un concentrato di tendenze o di forme espressive. Ma non basta. Ci si accorge dopo i primi quattro minuti di film - assimilabili alle forme e alle strutture del più banale videoclip - che è presente un livello tramico secondario, ancora una volta la storia d'amore adolescenziale esile quanto sterile con luoghi comuni (lui, lei e l'amico di lui) a tratti imbarazzanti che confluiscono in situazioni dedite alla più ordinaria - quanto mediocre - serie tv californiana. I dialoghi perdono di rilevanza, la macchina da presa si concentra pornograficamente sui dettagli, sui visi carini dei protagonisti, sulla pelle, sui vestiti che bisognerebbe indossare per entrare a far parte di una sottocultura e su un cielo troppo azzurro per essere vero. I due livelli sono ben lontani dall'amalgamarsi rendendo la messa in scena un unicum cinematografico capace di trasformare quello che sembra essere musica ma anche spettacolo allo stato grezzo, altro. Lo spettatore si trova così costretto a osservare passivamente una (seconda) struttura cinematografica che trova compimento attraverso lo stereotipo più ritrito viaggiando su un binario morto rispetto al primo livello, quello dell'evento musicale, deriso e beffato dalla parentesi omosessuale (assolutamente superflua) finale.