TRAMA
Wally e Kassie sono migliori amici. Beccatosi un due di picche dopo essersi proposto come possibile donatore di sperma per il desiderio materno di lei, Wally non si mette l’anima in pace. Durante un party organizzato per il grande passo di Kassie, con tanto di donatore come special guest, Wally, in preda all’alcool, combinerà un bel pasticcio…
RECENSIONI
La voce over di Wally prepara fin da subito il terreno per una lezione esistenziale molto più retorica di come effettivamente verrà affrontata: l'amore, sempre lui, (de)cantato come fulmine improvviso, ma spesso negato da una frenesia collettiva che per ragioni di ipocondria emozionale tende a perdere l'attimo buono. Nel caso in questione invece un piccolo (The) switch scioglie da subito uno schema da screwball comedy (l'amicizia conflittuale tra Wally e Kassie) e inoltra la vicenda su un piano sentimentale, dichiarato secondo prevedibilità ma continuativo in un taglio che cerca di soffermarsi sulle conseguenze (morali e non solo) di un gesto seminale. Interessante l'idea di base di un rapporto che ha già raggiunto il suo clou (fisiologico) pur rimanendo ancora in potenziale. Anzi, il meccanismo messo in atto ribalta la funzione del protagonista per spostarlo da parte e permettergli di intraprendere il suo percorso di crescita, pronto a completarsi nella non negazione dellamore (e della verità). Manca quindi il sesso, ed è una scelta intelligente per una commedia che ambisce (forse più per sceneggiatura che per soggetto) nel mantenere un feeling trasparente verso le dinamiche emotive dei personaggi che, pur calando in codici usurati, senza una costruzione psicologica da manuale, (su tutti il legame tra padre e figlio) possiedono una credibile sincerità. Un'operazione che punta sulla funzione espressiva degli attori, staccati da un contesto ben preciso (New York è solo un evergreen, mentre il lavoro ad hoc di Wally un mero pretesto) e liberi di giocare le loro carte in una comunicazione fondata su mezze verità. A Kassie (una titubante Jennifer Aniston), relegata in secondo piano rispetto all'inevitabile sintonia tra Wally e il piccolo Sebastian, tocca innescare la classica dialettica tra un (presunto) amore ideale/perfetto (il vichingo Patrick) e un altro realistico, in cui il difetto appaga perché a conti fatti risulta più veritiero. La possibilità di perdere ciò che ha costruito (scorrettamente) spingerà Wally a convertire il suo credo sociopatico in un'apertura sentimentale che si presta come inevitabile punto d'arrivo, con incluso un sistema di scioglimento frettoloso e convenzionale. Il percorso, nell'identificazione e completamento tra padre e figlio, è spesso preferito al semplice punto d'arrivo: un happy ending a sfondo famigliare.
Gordon e Speck, dopo l'eccentrica e zoolanderiana prova di Blades of Glory, si cimentano con una materia molto più riconoscibile, seguono la vicenda con fin troppa attenzione preferendo una sonnacchiosa aderenza al parlato e agli scambi interpersonali. Il conflitto di Wally su cui è costruita la vicenda emerge raramente da un'immagine che cerca di incoraggiarlo regalandogli qualche inserto musicale con tipica camminata solitaria sotto la pioggia. A conti fatti il prodotto funziona, ritagliandosi però il limite di aver smontato allusioni e possibili sottotesti per una tranquilla lezione di vita che, proprio nel ritorno della voce over a chiusura del cerchio, si pone come "corretta" conclusione.