TRAMA
Dimesso dall’istituto psichiatrico dov’era internato per omicidio, Karl stringe amicizia con un bambino.
RECENSIONI
"Molti la chiamano falce, io la chiamo lama Kaiser…grrr…Ho ucciso. Erano persone cattive…grrr….Ora leggo un po'. Capisco qualcosa della Bibbia…grrr". Artista dai mille volti, Thornton veste i panni del regista e porta a casa un Oscar per la sceneggiatura: fa incontrare Forrest Gump e Henry: Pioggia di Sangue, il cinema stralunato di Jim Jarmusch (che compare) e la poesia del diverso con semplice commozione (viene in mente Dolly’s Restaurant). Da attore, indossa la maschera di un ritardato mentale che ha tutte le attenuanti per il crimine commesso. Grugnisce, ha una faccia buffa, parla come la Bibbia, è dolce, amorevole, quieto e solitario, ma le storie che lo circondano fanno raddrizzare i capelli: nel contrasto si genera una vena surreal/grottesca che ricorda il cinema di Takeshi Kitano. Dopo la tensione di una nota vibrata all'infinito da Daniel Lanois (suo il commento sonoro), parte una commedia sentimentale dove i vissuti tragici e gli emarginati s'incontrano (figlio di padre suicida, omosessuale di provincia) per comporre un quadro familiare più sereno della…norma(li). Thornton sciorina queste banalità con cuore sincero ma firmando troppe cambiali con gli stilemi hollywoodiani volti a coinvolgere, divide il campo in fazioni di "buoni vs. cattivi", chiede l'ola sugli spalti. Certi sorrisi li strappa, ma il senso del tragico a venire non abbandona mai la gobba del povero Karl: i suoi presentimenti sono i nostri (il regista identifica il nostro sguardo con quello di un passante in macchina: Karl ci fissa) quando ci rendiamo conto che il passato trama per reiterare la propria trama. Munito di martello piomba nel cuore della notte nel talamo altrui: potrebbe essere un sintomo. "Ai bambini certe cose non dovrebbero succedere", dice Karl al padre ritrovato (Duvall), senza ottenere risposta. È come il silenzio di Dio. Cerca Dio nel battesimo. Dio è dove c'è amore. Il suo cuore è il più grande sulla faccia della terra. Dio è con lui. Karl è diverso come possono esserlo le premesse e la conclusione di un sillogismo: il ragionamento non cambia quando le lettere sacre, scritte nel sangue, testimoniano che le vie del Signore sono infinite. "Qualcuno lo chiama Inferno…grrr…io lo chiamo Ade".