TRAMA
Sophie vive prendendosi cura del padre malato e ha una relazione con un ragazzo pigro e irresponsabile.
RECENSIONI
Giroux segue con distacco i suoi personaggi, attraverso lunghi piani fissi alternati a immanenti primi piani: non c'è nessuna urgenza narrativa, la vita della protagonista scorre dinnanzi ai nostri occhi e il mostrare del regista non vuole evidentemente comunicare altro se non le dinamiche minime di una situazione (i piccoli gesti, una sera in discoteca, una notte di sesso) o un mood particolare. Nessun romanticismo, nessuna volontà di rendere la materia significativa, cinema scarnificato da ogni scoria letteraria (i dialoghi sono strettamente legati alle scene singole, non hanno funzione di raccordare piani narrativi né di far emergere ad ogni costo informazioni sui personaggi). Quello che risulta è, paradossalmente, un film che inquadra molto bene la vita di queste persone, che delinea magnificamente i caratteri e che traduce alla perfezione il senso di vuoto di una protagonista che si divide tra le cure ad un padre che si sta lasciando andare e un ragazzo che conosce solo carnalmente. Il regista (che nell'incontro con il pubblico cita Jia Zhangke) opta per un uso sempre estremamente composto della macchina da presa, un occhio impassibile e distaccato che osserva e non giudica.
