SPACE TRUCKERS

Specialista in b-movies fantahorror, Stuart Gordon utilizza gli studi "Ardmore" di Dublino per questa contaminazione trash di azione negli spazi siderali, farsa, orrore e commedia sentimentale (la competizione di due uomini per la stessa donna). Con tecnica e perizia sfrutta al meglio il budget, anche nel look degli effetti speciali, sopperendo alla mancanza di verve e sagacia del proprio umorismo con beate scurrilità: vedi la finta vecchia che defeca nella toilette o il fallo ad avviamento del capitano dei cyborg. L'accozzaglia folle e senza regole è garantita da varie intromissioni (e)strane(e), arti marziali comprese, e da un décor futuribile curioso quanto rischioso, fra musica country, camion, "Diner Pork", cartelli pubblicitari, lattine di birra e hot dog, trapiantati dalle stalle contemporanee alle stelle del futuro. Quel che segue è un puro "truck-movie" (da Strada Maestra di Raoul Walsh a Convoy di Peckinpah), con i camionisti che lottano per la propria indipendenza dalle prepotenti Compagnie. Il ridicolo serpeggia, il ritmo non è trascinante, ma il mezzo tiene botta, fa entrare in scena i pirati di Capitan Harlock (nave simile), l'immancabile Bella e la Bestia, la battaglia finale fra Terminators figli della biogenetica e un indomito Dennis Hopper, il solito ripasso delle fobie claustrofobiche di Alien (seppur smorzate dalla gag del "telecomando"). Gordon, arrivato a questo punto, doveva osare di più, rompersi il collo nel demenziale puro, prendere tutto sul ridere anziché tenere il piede in due scarpe, una di genere regolato e l'altra di sollazzo sregolato; quest'ultima gli va stretta per mal conformazione del piede (troppo grosso-lano), la prima scivola continuamente in sviste logiche che ne minano la resistenza: nessuno affiderebbe un carico così importante ad un ricercato, nessuno scambierebbe Debi Mazar per un uomo mostruoso, nessuno può credere che siano stati i pirati a riparare la nave (era in avaria, ma infine si allontana senza problemi).i).