TRAMA
Nono secolo dopo Cristo. La figlia di un povero prete tedesco ascende al soglio pontificio. Chi troppo in alto sal…
RECENSIONI
Da emblema della dissolutezza morale della Chiesa prima della Riforma a paladina della Fede e del protofemminismo: questo il tragitto della Papessa Giovanna nel film di Wortmann, ispirato a un romanzo di successo. Il film arriva nelle nostre sale in una versione presumibilmente tagliata (le due ore e mezza preventivate da Internet si riducono, di fatto, a due ore scarse) che non induce a rimpiangere l'assenza delle scene eventualmente eliminate. Classico polpettone "col messaggio" (Dio ama le pari opportunità, ma l'amore vince su tutto) in odore di scult (il tema del resto si presta parecchio) in cui gli aspetti più destabilizzanti del travestitismo sono semplicemente ignorati (Orlando non abita qui, decisamente), La Papessa è, prima ancora che un brutto film, un film noioso: personaggi monodimensionali, dialoghi da fumettone (specie nel capitolodedicato all'infanzia della protagonista, petulante bimba oppressa da un padre meschino, ottuso, intollerante e manesco), sequenze strappalacrime che non strappano un bel nulla e sprecano il proprio indubbio potenziale in un susseguirsi di quadri plastici, solo occasionalmente riusciti (il finale), tra effetti digitali (la prima, desolante apparizione del panorama romano) ed effettacci similgore (l'assalto dei normanni), conditi da un uso martellante dello smielato commento musicale, cui corrisponde un ricorso meno insistito, ma altrettanto pedante, alla voce fuori campo, compendio e segreta (...) conseguenza della parabola umana della pontefice del popolo (sic). Il look neomedievale, debitore del Nome della rosa quanto del filone Signore degli anelli (dalle cui fila pare uscito il cavaliere con cui Giovanna vive la doverosa storia d'amore), si fonde nella seconda parte a quello di Rome e serie televisive analoghe, cui vorrebbero rifarsi i dialoghi volenterosamente puntuti e ammiccanti nel descrivere la corruzione della corte papale. Un minestrone ben poco sostanzioso e per nulla digeribile, malgrado qualche ingrediente di pregio (il più nutriente dei quali è, manco a dirlo, John Goodman nelle vesti del Papa).