TRAMA
Un’enorme cometa sta per distruggere la Terra. Una squadra di trivellatori è spedita nello spazio per fermarla.
RECENSIONI
In piena sindrome da fine millennio, i Meteor catastrofici del 1998 sono due e il Deep Impact di Mimi Leder fa sembrare questo una perla. Si riunisce il team di The Rock con la stessa formula che, in un blockbuster, impasta mega-effetti speciali (spettacolari quelli dei meteoriti che sconquassano la Terra, meno quelli digitali che sostituiscono i modellini nello spazio), i registri più disparati (action, suspense, gag da cartoon, personaggi da fumetto, melodramma sentimentale, commedia), un ritmo sostenuto (anche troppo cerimonioso), citazionismo ed estetica da spot/videoclip (oscene le "immagini dal mondo" in stile Mulino Bianco). Parte abbastanza bene, divertente ed appassionante, poi prendono piede l'epica da supereroi Marvel e la retorica ampollosa (il discorso del Presidente fra i ralenti), e la seconda parte ambientata sulla cometa è pacchiana ed assurda, nel momento in cui lo script, convinto di accrescere la suspense, inventa contrattempi ridicoli, non tocca le corde dell'esaltazione e sfiora il patetismo (l’enfatico finale in lacrime). Troppe teste nella sceneggiatura firmata dai soli Jonathan Hensleigh e J.J. Abrams, cui hanno collaborato anche, non accreditati, Robert Towne (la scena dell'ammutinamento), Tony Gilroy (la figura del Presidente), Ann Biderman (al servizio del personaggio di Liv Tyler) e Scott-Con Air-Rosenberg (per Ben Affleck e Steve Buscemi). La gag contro Godzilla è simpatica (un cane assale il suo pupazzo) e il personaggio interpretato da Bruce Willis è ispirato al Red Adair di John Wayne in Uomini d’Amianto contro l’Inferno. Pubblicità occulte (Nokia), non occulte (la NASA, mentre la tecnologia russa è fatiscente), messaggi velati (quei rompiscatole di Greenpeace…) e soundtrack con preponderanza degli Aerosmith (la canzone "I don't want to miss a thing" è stata un successo).