TRAMA
Nel New Hampshire, in un cottage estivo su un lago, una coppia di anziani ospita la figlia col nuovo compagno e il figlio di questi.
RECENSIONI
Nella casa sul lago si gioca l'ultima partita del rancore tra padre e figlia, giudice parziale la madre, risolta per interposta persona (il ragazzino), complice la Morte che aleggia e che busserà alla porta decidendo di rinviare la visita. Tratto da un'opera teatrale di Ernest Thompson, Sul lago dorato - fortemente voluto da Jane Fonda che cercava da tempo un copione da poter recitare col padre e che, a detta della Hepburn, era sorta di psicodramma velato sotto forma di film da girare dal tal Mark Rydell - è commedia crepuscolare e agrodolce, non intaccata da certo sentimentalismo spinto e zuccheroso, riscattata com'è da una scrittura niente affatto banale che mescola sapientemente ironia e dramma. Sulle indimenticabili note del gettonatissimo score smooth jazz del pianista Dave Gruisin, Sul lago dorato vanta un impianto solido e un concerto magnifico di attori capitanati da Henry Fonda, alla sua ultima, splendida performance, e dalla vecchia tigre Hepburn: il lacrimone che le brilla sul ciglio è quello di sempre e ci tocca come ai tempi d'oro; Katie ci pare ancora splendente nonostante canizie, rughe e incipiente Parkinson. L'Oscar li premierà entrambi (Fonda morirà poco dopo).
Per fan sfegatati e nostalgici senza sdilinquimenti.