TRAMA
Un’ereditiera è uccisa durante una crociera in Egitto. Poirot indaga.
RECENSIONI
Whodunit sfarzosamente impacchettato sulla falsariga di ASSASSINIO SULL’ORIENT-EXPRESS (la formula è la stessa: claustrofobia itinerante, doppi e tripli giochi, variopinto cast stellare), il film del debutto di Ustinov nei candidi panni di Poirot fatica ad affrancarsi dal ruolo di mera tavola illustrata: fondali esotici e manierati (i monumenti egiziani non conferiscono la desiderata tensione agli agguati di terraferma), personaggi molto glam e altrettanto piatti (con un’eccezione rivelatrice), dialoghi in punta di penna che scivolano con eccessiva facilità nel didascalico (la presentazione del “rosso”), inserti farseschi del tutto inutili (il cerimoniere inetto). Dopo una prima parte stiracchiata, il film si risolleva nella sezione dedicata alle indagini: l’opera moralizzatrice di Poirot si scontra con una morale opposta ma non meno caparbia, il cui tramite umano rivela finalmente la propria natura di autentico eroe tragico, in grado di chiudere la vicenda con l’ambigua purificazione di un bagno di sangue shakespeariano. Guillermin dirige con mano non troppo personale ma indubbiamente sicura, affidando a un plotone d’interpreti formidabili (strepitoso, in particolare, lo “scienziato pazzo” Jack Warden) il compito di far dimenticare le pecche dello script.