Horror

CANDYMAN – TERRORE DIETRO LO SPECCHIO

Titolo OriginaleCandyman
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1992
Genere
Durata99'

TRAMA

Helen sta preparando una tesi su “Candyman”, leggendario serial killer che compare se invocato allo specchio per cinque volte.

RECENSIONI

"Io sono una scritta sul muro, il sussurro oltre lo specchio; senza queste cose non sono niente". Parla la Leggenda, l'Uomo Nero, lo Sconosciuto delle caramelle. Pretende una vittima: uno strumento, cioè, che alimenti il suo mito. Il racconto "The forbidden" di Clive Barker (che l'autore aveva già tradotto in immagini in un corto del 1978) è un apologo sul potere della superstizione, sulla fede che mantiene in vita le favole del terrore. Lo porta sullo schermo l'inglese Rose, più sobrio del solito, con un occhio rivolto al Nightmare (e al dramma socio-politico de La Casa Nera) di Wes Craven, lontano dai barocchismi di Chicago Joe e dalle allegorie oniriche de La Casa ai Confini della Realtà, l'altra sua opera divisa fra sogno, realtà e paure infantili. In Candyman avanza l'orrore della mente e della miseria, del razzismo e dell'occulto. Il carrello che riprende dall'alto, in apertura, le arterie cittadine, introduce alle case popolari (dove lievitano degrado e folklore) e ai bassifondi dell'alveare metropolitano (Candyman, guarda caso, è divorato ed insieme nutrito dalle api). Candyman è la violenza che vendica la violenza, il maglio della rabbia afroamericana: quando Virginia Madsen si risveglia nell’incubo di cui è protagonista, invece, parte la lunga e potenziale soggettiva della mente malata di una bianca che scarica i sensi di colpa all'esterno e la propria frustrazione (indotta dal marito fedifrago?) sulle vittime che macella. Forse è in uno stato di autosuggestione. Forse è sinistramente pilotata: una voce dentro la sua testa le ripete "Credi in me!…Sei la mia vittima!"…Sei la mia romantica storia d'amore immortale mancata. E' un horror adulto che, con lo stimolo di un bacio (l'apparenza commerciale/spettacolare) riempie la bocca di segnali nefasti, di api (vedi relativa sequenza) determinate a mantenere coesivo un alveare (la società umana?) le cui fondamenta posano sul sangue, l'ignoranza, l'oblio.