TRAMA
Un viaggio da Calais a Parigi diviso in cinque episodi ispirati agli scritti di Rimbaud, Lautremont, Dostoevskij, Benjamin e Blanqui e accomunati dal tema della lotta politica. Sullo schermo scorrono le immagini di migranti in partenza dalle coste francesi verso l’Inghilterra, quelle di studenti e precari in rivolta durante le manifestazioni parigine del marzo e maggio 2009 e le riprese di gay pride degli anni Sessanta, tratte dai film di Lionel Soukaz. (dal catalogo del TFF)
RECENSIONI
Fa male qui e fa male qui questo micro-archivio di pagine strappate, di immagini mai edulcorate, documenti e testimonianze di identità negate: il super8 come una rivendicazione di non uniformità, la macchina in spalla, un senso di presenza insostenibile in quotidiani gironi dell'inferno, chiamati clandestinità e precariato, il senso di disgusto che sale, cullato da parole feroci rivolte alle logiche corrotte del potere, alla tabula rasa delle idee, al marketing del credo politico, al fare dei bracci armati della legge, un senso di empatia verso l'ingenuità degli studenti, verso la dilaniante condizione della marginalità. Cinque episodi, scanditi - con il tremore di chi crede ancora che l'arte si possa sporcare con la realtà, di chi sottomette la necessità all'ars gratia artis- da didascalie di versi/frasi di Rimbaud, Lautrémont, Doestoevski, Benjamin e Blanqui, lunghezza e scelte di rapporto audio/video differenti, ma la medesima urgenza politica di chi, nel magma della fine della storia e dell'ideologia, ha il coraggio di dirsi apocalittico e mai integrato.
