Drammatico

CHAN MAT

Titolo OriginaleChan Mat - Claustrophobia
NazioneHong Kong
Anno Produzione2009
Durata100'
Sceneggiatura

TRAMA

Pearl, ultima arrivata in ufficio, è accompagnata a casa dal suo capo; arrivati a destinazione l’uomo le chiede di lasciare il lavoro. Fine della storia. Ma qualche tempo prima…

RECENSIONI


Strutturato (come Tradimenti di Pinter) secondo un percorso che retrocede nel tempo, Claustrophobia fa emergere le ambiguità di un rapporto a due che non viene mai chiarito: ci viene sempre negato il momento esplicito di passione tra Pearl e Tom, non sappiamo in quali termini l'attrazione di lui e l'innamoramento di lei (confessato all'uomo durante il sonno di questi – sempre che dormisse davvero -) si sono espressi nei fatti, anche se la fine ci fa immaginare che le costrizioni ambientali dell'ufficio nel quale i due lavorano e le responsabilità familiari dell'uomo siano alla base dell'allontanamento della donna e che un episodio anche solo vagamente carnale probabilmente si è consumato, innescando il trasporto indomito di lei e la prudente ritrosia di lui.
I quadri si susseguono secondo lassi di tempo molto brevi che guardano agli eventi dal punto di vista della ragazza, cresciuta nella consapevolezza delle storie adulterine di entrambi i genitori (la visita al medico, ex amante della madre); il film poggia sulla descrizione di una contemporaneità esasperata da una comunicazione fredda e artificiale, punteggiata, di contro, dal paradossale inanellarsi di situazioni anonime e convenzionali in cui persone condividono circostanze senza conoscersi, se non superficialmente, e senza alcuna volontà di uno scambio più profondo. La regista (già sceneggiatrice, qui al debutto dietro la macchina da presa), affidandosi a un registro visivo di anodina affettazione, consegna il copione ai vuoti studiati e alla struttura regressiva senza farne un punto di forza, portando avanti (indietro?) una raffigurazione minimale dei fatti, coscientemente senza picchi, che chiude, anche con una sua eleganza, il cerchio della narrazione (che finisce/inizia nella stessa macchina, a sancire l'inizio/fine della frustrante liason).