TRAMA
A ridosso del capodanno 2000, un’investigatrice assicurativa vuole prendere con le mani nel sacco un anziano ed infallibile ladro d’arte.
RECENSIONI
I produttori Ron Bass (anche sceneggiatore) e Sean Connery hanno voluto dare alla pellicola un'impronta classica, vecchio stile, da giallo-rosa, piana e basata più sul fascino dei due divi protagonisti che sugli effetti speciali. Niente sesso né violenza, un amore trattenuto e...la mela dell'Eden non viene morsa (pena la prigione o la morte). Tanta seduzione però: la vera induzione al reato e allettante “trappola” (le due accezioni del titolo inglese) del film è la femme fatale Catherine Zeta-Jones che, a letto, accoglie nuda il ladro e, afrodisiaca, si contorce per evitare i laser. Vecchio stile, purtroppo, per gli autori significa anche proporre una materia ed un'impostazione poco originali e c’è odore di compromesso quando la pellicola finisce per assomigliare, per stare un poco al passo con i tempi, più al Mission: Impossible di Brian De Palma che a Come Rubare un Milione di Dollari e Vivere Felici di William Wyler. Jon Amiel si concentra sulle meccaniche dei (tre) colpi (emozionante, nei suoi imprevisti, quello finale alle torri di Kuala Lumpur) e trascura sia lo spessore psicologico, sia la commedia rosa, appena accennata e poi subito depennata, salvo riapparire in un finale che, con il suo accumulo di colpi di scena, scalfisce la solidità e la chiarezza di un film fin lì piacevole. Ennesima psicosi del millenium bug a parte (possibile che ogni film datato 1999 dovesse accennarvi?), Sean Connery non fa che riproporre sotto mentite spoglie il suo agente 007, fra figure romantiche di “ladro”, sciarade fra spie e viaggi intorno al globo (New York, Londra, Malesia e atti d'amore per la Gran Bretagna: la Scozia di Connery e la musica celtica di Enya adorata dalla gallese Zeta-Jones).
