TRAMA
La star di Hollywood Anna Scott entra nella vita di un negoziante di libri, che se ne innamora. Il loro flirt è ostacolato dalle regole dello show-biz.
RECENSIONI
Gli inglesi, alla corte di Hollywood, si leccano i capelli e avanzano impacciati, scimmiottando il padrone di casa: lo sceneggiatore di Quattro Matrimoni e un Funerale (Richard Curtis), il regista di Persuasione, Hugh Grant e seguito sono ricevuti da Sua Maestà americana Julia Roberts. L'etichetta impone una leziosa commedia sentimentale che dà sul favolistico, i "funerali" (il cinismo, la bizzarria) sono banditi dal regno, restano "quattro matrimoni" da organizzare nel glamour hollywoodiano, con Pretty Woman e Cenerentolo, la donna che porta corona e pantaloni e il piccolo fiammiferaio rintuzzato. I modi della produzione si specchiano nel racconto: Sua Maestà concede deroghe alla "pompa magna", preferisce l'informalità, desidera la "normalità" dei sudditi ex-padroni (l'Inghilterra colonialista), dei simpatici "freaks" che frequenta (un inetto agente di borsa, una paralitica, un cuoco disastroso, l'eccentrica sorella del personaggio di Hugh Grant e, last but not least, il miglior personaggio: un gallese shakerato). Una visione surreale per quanto artificiosa, candida all'inverosimile, ricattatoria nel commento sonoro (dell'inglese Trevor Jones), ruffiana quanto la tediosa goffaggine di Hugh Grant. Julia Roberts, però, è una rubacuori, sia quando le si dice "No" (in libreria) sia quando la s'invita a nozze (la conferenza stampa finale). Deliziosa.