TRAMA
Cosa è successo agli autori di Mentre voi dormite? Qualcuno entrerà per scoprirlo.
RECENSIONI
Teoremino che gioca a carte scoperte, ennesima esibizione della metadiscorsività come strumento che, dalla paura di genere (ai limiti dell’assuefazione), sbandiera intenti satiro-politici. Stesso palazzo, leggero scarto temporale (sono passati 15 minuti dalla carneficina della troupe televisiva), solita solfa. Due sguardi. Dentro il sistema un manipolo di forze speciali guidate da un sacerdote entrano nella casa degli orrori per scoprire la causa (e antidoto) dell’epidemia diabolica; fuori dal sistema una combriccola di adolescenti pagano cara la curiosità tipica della loro età (ed erano pure stati avvertiti dalle bambole gonfiabili che non possono volare!). [Rec]2 punta alla semplificazione, ricerca il messaggio diretto, abiura l’ambiguità e diffonde la mancanza di mezze misure. Il (ri)trito si fa sentire, non lasciando scampo ad una morale di fondo che meritava una tutt’altra banalizzazione. E’ nelle Istituzioni che si nasconde il Male, ideazione/rappresentazione/strumentalizzazione dell’immaginario collettivo (i topoi dell’horror movie rimasticati e compressati tutti insieme) che si ritorce contro chi l’ha generato (Cinema?) e lo contamina irrimediabilmente (lo schizzo di sangue sull’ottica della mdp), messa al macello di giovani inconsapevoli (i militari della spedizione e i giovani teenegers), metafore post 11 Settembre e tanto altro che si riflette con chiarezza nella contemporaneità. In breve: Il Male è sia nell’alto dei cieli che nella fica di tua madre. Più chiaro di così…
Il potere del sequel. Si riparte esattamente da dove ci avevano lasciati. Stesso palazzo, soliti appestati, solito girato in soggettiva. Cambia – ovviamente - la carne mandata al macello, stavolta un gruppo di militari che scortano un parroco e – vedi il caso - dei ragazzini che, passando di lì (con videocamera) vanno a finire proprio dentro quel sorvegliatissimo palazzo. Nonostante (tutto) questo, e nonostante l’entrata in scena del demonio, che naturalmente non avrebbe potuto scegliere corpo e figura professionale migliori per uscire di scena verso la conquista del mondo, la storia, o quello che ne è rimasto, non cambia. L’eterna soggettiva di paura, che nel primo episodio riusciva solo in parte a (auto) giustificarsi con l’espediente del servizio girato della troupe televisiva, si carica qui anche delle vecchie perplessità (perché continuare a farlo quando il pericolo è evidentemente fuori campo?). Oltretutto, un condominio è sempre un condominio, figuriamoci poi quando è lo stesso. La bambina indemoniata è una vera e propria disgrazia.