TRAMA
Il famoso illusionista/escapologo Houdini offre un premio di 10000 dollari a qualunque (sedicente) medium sarà in grado di riferirgli le ultime parole di sua madre prima di spirare. Si fa avanti una bella “sensitiva”, spalleggiata dalla figlia.
RECENSIONI
Con due anni di ritardo arriva da noi questa nuova fatica della Armstrong: se attesa v'è stata, non è stata ripagata né è dunque valso la pena attendere. Death Defying Acts è sostanzialmente privo di reali motivi di interesse, privo di centro, privo di perché. Idealmente accomunabile al minifilone magico The Prestige - The Illusionist, il film sembra uno sbiadito compromesso tra un biopic ipotetico, uno (stravisto) congegno narrativo a rivelazione finale e un melodramma in costume: c'è la storia del mago Houdini, c'è l'enigma delle 'ultime parole famose' da svelare per vie medi(um)atiche, c'è la love story tra la povera ragazza-(di-mezza-età)-madre e il ricco e famoso illusionista. L'indifferenza spettatoriale totale segue parallela tutte e tre le linee narrative, senza distinzioni o imparzialità, merito soprattutto di una sceneggiatura di inconcludenza esemplare, che si limita a inanellare sintagmi senza legami drammaturgici interni e a distribuire con cadenza metronomica frasi a effetto prive di senso compiuto.
Gillian Armsotrong, con alle spalle qualche prodezza balistica (la prima donna australiana ad aver girato un film di finzione dopo gli anni '30 - embè?), una rispettabile carriera da documentarista e qualche onesto lavoretto (Piccole Donne), parte bene: il lungo piano fisso subacqueo su Guy Pearce fa scartare di livello la suspense tipica dell'entertainment magico-illusionistico (quanto durerà ancora l'apnea? C'è un trucco?); poi si adagia senza perdere dignità, probabilmente vessata da una sceneggiatura che è quello che è. E che ci porta dritti al comparto recitativo, giacché quando vicende narrate, frasario e dialogica non soccorrono, è difficile dare consistenza psicologica ai personaggi. Succede dunque che della Zeta-Jones si ricordano solo il tangibile invecchiamento e l'assenza di punto vita, di Guy Pearce l'incolpevole aria spaesata, della giovane Ronan la buona volontà con un talento tutto da inventare e di Timothy Spall l'ingrato compito di interpretare una macchietta superflua. Film inerte per pubblico inerme.