Drammatico

UN SEGRETO TRA DI NOI

TRAMA

I membri della famiglia Waechter si riuniscono per la laurea della madre, Lisa, ma un incidente la trasforma in tragedia e tornano i conflitti latenti; in particolare quello tra Charles, il padre, professore di letteratura autoritario e violento, e Michael, il figlio, scrittore che ha appena terminato un romanzo autobiografico. Tra passato e presente, vecchi e nuovi dolori.

RECENSIONI

Una mattina di buon ora del giugno 1872 uccisi mio padre - un atto che, a quel tempo, mi fece una profonda impressione.
Ambrose Bierce

Il nucleo è sottovetro: ripreso in abitacolo, striato dalla pioggia, si sta scannando per il presunto smarrimento di un paio d'occhiali. Il primo lungometraggio dello sceneggiatore Dennis Lee, a partire dall'inizio, già afferma il proprio assunto teorico: l'ipotesi visiva è stratificata (il vetro bagnato - le lenti da vista), domina la difficoltà di mettere a fuoco, ma è un eyes wide shut solo apparente; gli occhiali ci sono, il bimbo li ha in tasca, la realtà si conosce ma è troppo feroce e non la si vuole osservare.
Affine a The Savages - molti contatti con il film di Tamara Jenkins, per tutti: la sublimazione letteraria dell'infanzia sofferta (il romanzo di Michael/Reynolds come la commedia di Jon/Seymour Hoffman) -, Fireflies in the garden (un breve poesia di Robert Frost - ma anche e di conseguenza - il libro del protagonista) arricchisce quel reticolo della produzione indie che continua a rimestare nei frantumi della Famiglia. Per afferrare lo stato delle cose bisogna muoversi tra molti livelli: passato e presente, in continua alternanza, ma soprattutto realtà e fiction; i Waechter conservano un segreto (o più di uno, al contrario del titolo italiano), verosimilmente contenuto nel romanzo Fireflies in the garden, che può ipoteticamente condizionare il contenuto dei flashback - i ricordi sono veri, come dimostrato dalle riprese in oggettiva, ma sfiora il dubbio della manipolazione da parte di Michael, quando le sue memorie sembrano in sopravvento e divergono apertamente dal dato fattuale (il filmino di famiglia: uno spaccato più affettuoso di quanto ricordato). Ma in realtà, quando Jane parla del rimosso con l'autore, questi dimostra di non conoscerlo, e il libro/verità sarà distrutto senza mai essere letto; anche l'indizio finzionale è dunque una pista falsa, che semina spaesamento e spiazza l'aspettativa spettatoriale: lo scrittore (e il regista) non conosce alcun segreto.
In tale, complesso sostrato il film, se a tratti respinge l'incartamento eccessivo e per evitarlo semplicemente dice (Michael a Kelly: 'L'alcolismo ha rovinato il nostro matrimonio'), in altri invece si lascia sbucciare e regala una catena di preziosi sottintesi: il legame adolescenziale Michael-Jesse, con fugace inquadratura sul seno di lei, all'ombra dell'iniziazione sessuale; la bilateralità della madre, davanti una donna dolce e passiva, dietro uno sciame di enigmi in parte (attenzione) svelati; la fanciullezza di Ryne, grande esclusa dai flashback, che si fermano al suo periodo prenatale; il senso di colpa di Christopher, lungi dallo scioglimento nella pellicola, che prepara un nuovo adulto segnato dall'infanzia; altri ancora. Nella ronde tra ieri e oggi la superficie mente sempre, acquista fascino peculiare il non detto, i fili sottili che collegano i personaggi anche postmortem (Jane a tavola si comporta come la defunta Lisa); dove falliscono i codici risaputi della 'distruzione famigliare', come nel prologo (la schiera di villette nasconde ovviamente qualcosa), fa centro questo gioco di ellissi volute, vuoti di senso per permettere il libero riempimento di chi guarda.
Tutto servito da una regia corretta, in senso positivo, che prova a intrappolare i personaggi dall'alto, lasciando la consegna dell'empatia a vantaggio di un occhio più entomologico; che vuole segnalare pochi dettagli per esaltarli in virtù della compostezza generale; che offre almeno una sequenza memorabile: padre contro figlio, mazza da baseball alla mano - anche gli oggetti ritornano -, un vero gioco americano. E se il finale suona una nota di speranza, con scontata proiezione a seguito (vite compromesse, nuova vita), restano intatte tutte le asperità e gli antichi tormenti segnano perfino i nomi dei prossimi nati. Nel cast, che mette Dafoe-Reynolds a duello spaccacuore, preme segnalare gli attori giovani: Cayden Boyd, la sofferenza interiore del nerd, e Hayden Panettiere, l'amabile e incosciente seduzione. Un orrore di famiglia.