TRAMA
In Scozia esplode il terribile virus Reaper, una specie di influenza che degenera in zombesca peste bubbonica (più o meno). Le autorità non trovano di meglio da fare che erigere un muro e lasciare la zona infetta al suo virulento destino ma dopo 25 anni, il virus si ripresenta a Londra…
RECENSIONI
Dog Soldiers era un oggetto sorprendente, che partendo da un assunto decisamente improbabile (soldati vs. lupi mannari) riusciva a sfociare in un action horror bizzarro sì ma teso, con punte di genuina inquietudine e sprazzi di sano disgusto (la sequenza del poveretto sventrato con l’intestino in balia del cane è di quelle che non si dimenticano); The Descent ci sembrò, invece, un vero e proprio capolavoro: horror al femminile dai risvolti psicologici accurati, capace di ridare dignità all’usurato aggettivo “claustrofobico”, nudo, duro, crudo ed equidistante da qualunque patinatura da un lato o metariflessione sul genere di qualsivoglia grado e natura dall’altro. E Doomsday che roba è? Catastrofico vero, omaggio, rilettura o boiata? A Neil Marshall vogliamo bene e allora non si sa davvero che pesci prendere. Il film, certo, mixa e shakera un sacco di roba, recente (28 Giorni/Settimane Dopo) e meno recente (1997 Fuga da New York, Mad Max), ma solo a tratti le citazioni e i riferimenti sono puntuali e simpatici (l’eroina senza un occhio, ovvia riproposizione del noto handicap di Snake Plissken); più spesso, l’apparato scenografico/costumistico puzza di stracultismo di ritorno e il pensiero vola ai Nuovi Barbari di Castellari o ai Predatori di Atlantide di Deodato, ma con una genericità apparentemente lontana dalla sublimazione intellettuale di un Tarantino, dall’iperconsapevolezza cinefila di un Roth o dalla ridente sguaiatezza di un Rodriguez. A quanto scritto finora ci duole aggiungere che la sceneggiatura è assai confusa, con abuso di voice over eppure lacunosa e/o criptica al reparto “nessi causa/effetto”; la regia tende troppo spesso alla scarsa intelligibilità nelle (numerose) sequenze action e sconfina a volte in incongruenze vintage (motociclisti inseguono pedoni raggiungendoli/nonraggiungendoli senza soluzione di continuità, come in certo cinema-telecinema di certi tempi passati); gli attori, infine, paiono tutti un po’ spaesati: la Mitra fa la Jovovich che fa la Beckinsale (o viceversa), Bob Hoskins non sa chi/cosa fare mentre Malcolm McDowell, probabilmente fuorviato dagli abiti medievali nei quali è costretto, si crede Laurence Olivier. E se Doomsday fosse puro, semplice trash al grado zero?