Carcerario, Recensione, Sportivo

UNDISPUTED

Titolo OriginaleUndisputed
NazioneU.S.A./Germania
Anno Produzione2002
Durata91'
Fotografia

TRAMA

Il campione del mondo dei pesi massimi è rinchiuso in un carcere nel Mojave Desert per stupro: viene organizzato un incontro con l’imbattuto campione “locale”.

RECENSIONI

L’Eroe della Strada (film d'esordio di Hill, centrato su di un boxeur) oggi vive in gabbia, circondato da I Guerrieri della Notte (skinheads, mafiosi messicani, militanti neri). L'ultima frontiera del Far West è in carcere, il "Sistema" in mano a giudici e avvocati ha rinchiuso gli scomodi pistoleri, osannati dai mass media ma denigrati per la stessa natura selvaggia che li ha portati in trionfo. Gli uomini veri che si affrontano per la via maestra della città fantasma oggi sono i pugili, una volta erano i gladiatori: razze di cani solitari che fiutano l'avversario e non lo mollano. In un mondo dove c'è Legge ma non Giustizia, a contare sono il rispetto, la sopravvivenza e la legge del più forte. Epico e allo stesso tempo demistificatorio come sempre, Hill affronta il dramma carcerario e il film sportivo (ma questi non sono atleti) come gli si conviene, in modo piano (anche scontato), secco, macho, sporco, epidermico, "boxato". Il suo è un b-movie che vive per il match finale ma non si esaurisce in esso: il carcere è dappertutto, nelle frequenti soggettive soffocate dalle sbarre, nella claustrofobia di certi espedienti formali (la fotografia sgranata, il bianco e nero allucinato per i flashback, l'appoggio al video). Chi sta in gabbia? Gli sfidanti, la folla famelica o la giungla di cemento che sta all'esterno? I campioni di due mondi si affrontano e la differenza fra peccatori ed eroi cade, perché "Tutti i pugili perdono prima o poi": non sapremo mai se il simil-Mike Tyson imprigionato (Rhames) è colpevole o meno ma non conta, conta chi cade e chi resta in piedi. Ai farabutti si lasci pure intonare l'inno con "land of the Free". Pellicola viscerale non-disputata perché apparentemente priva d'interesse, dove il regista ha l'intelligenza di non replicare Rocky (non si schiera apertamente per Mr. Simpatico contro il borioso campione) e rende più appetibile l'elementarità con qualche ricercatezza (filmati "storici" sulla boxe compresi).