Commedia

50 VOLTE IL PRIMO BACIO

Titolo Originale50 first dates
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2004
Genere
Durata106'
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Henry, biologo marino, si innamora di Lucy. Poco male se Lucy non soffrisse di un disturbo che la porta a non ricordare più niente di quello che ha fatto il giorno prima. Per Henry sarà  dura riuscire a fissarsi indelebilmente nella sua mente.

RECENSIONI

Lui è uno sciupafemmine che ruba il cuore a giovani turiste in cerca di brividi ormonali esotici (siamo alle Hawaii). Lei una ragazza che in seguito a un incidente automobilistico ha perso la memoria breve: ricorda tutto ciò che è accaduto prima dello scontro fatale, ma niente degli eventi successivi. Ovviamente i due si incontreranno e bla-bla-bla, ma la trovata simpatica è appunto che ogni giorno la ragazza dimentica completamente il giorno precedente. Non facile, quindi, per il protagonista, farla innamorare ad ogni ineluttabile spuntare del sole. La sceneggiatura ha il pregio, pur facendo i salti mortali, di far progredire la storia senza arenarsi alla semplice trovata iniziale e non basandosi, una volta tanto, sul tema del superamento del trauma, cardine di tanto cinema americano. Purtroppo, però, il contorno della vicenda (non originale ma piacevole) lancia strali di naftalina: la famiglia innanzitutto, tanti buoni sentimenti in pacco dono, personaggi che pare vivano d'aria, una problematicità solo apparente, un buon numero di macchiette non sempre irresistibili (l'assistente "uoma", l'amico truzzo, il fratello tontolone) e una comicità a singhiozzo. Se, infatti, in alcune sequenze il registro brillante adottato da Peter Segal funziona (il menage familiare della ragazza, i ripetuti tentativi di abbordo), i momenti puramente comici soffrono invece (forse anche a causa del doppiaggio) di sviluppi perlopiù prevedibili e botta e risposta mosci. Con il risultato che molte gag cadono a precipizio nel vuoto. Certo, la dimensione da villaggio vacanze non aiuta. Più azzeccata, anche se fin troppo facile, la scelta di "hawaianizzare" l'atmosfera spruzzando di reggae alcuni "must" musicali degli anni ottanta (Police, Cure, Spandau Ballet tra gli altri). Quanto agli interpreti, Drew Barrymore, quando non eccede in smorfie è graziosa ed espressiva, mentre Adam Sandler, inspiegabile icona comica d'oltreoceano, oltre che fuori parte e antipatico ha sempre la stessa faccia. L'incontro tra "Memento" e "Ricomincio da capo" finisce quindi per collocarsi in un non troppo entusiasmante limbo di mediocrità: poteva essere molto peggio, ma anche molto meglio. In ogni caso si esce dalla sala con la stessa sindrome della protagonista: al mattino successivo, del film non resta che un vago ricordo di camicie multicolori, trichechi loquaci e UOVA fritte.