SOMEONE BEHIND YOU

Anno Produzione2007

TRAMA

Un’incredibile catena di sciagure e tentati omicidi mette Ga-in, una studentessa felicemente fidanzata con un giovane dottore, in uno stato di continua apprensione. La sua angoscia cresce quando viene a sapere che, tramandandosi di generazione in generazione, una maledizione grava sulla sua famiglia. Da allora, come le suggerisce un misterioso e inquietante coetaneo che le ronza intorno, inizia a diffidare di chiunque.

RECENSIONI

Gli occhi di un bambino illuminati dalla luce formicolante del televisore; un uomo con le mani insanguinate guarda stravolto una fotografia di famiglia; una donna pugnalata al collo lancia un grido assordante: istantanee di un massacro. È fragorosamente gory il prologo di “Someone Behind You”, horror ad alto tasso di emoglobina firmato Oh Ki-hwan, già autore del mélo “Last Present” (2001) e della commedia romantica “The Art of Seduction” (2005). Dopo i minuti iniziali, dedicati come di prammatica alla presentazione dei personaggi, il film prende la piega della “storia di maledizione familiare”, con tanto di gita fuori porta per risalire alle radici della sventura. Vistasi perseguitata da una sfiga inenarrabile (prima la zia si sfracella al suolo a pochi centimetri da lei, quindi vari aggressori in preda a raptus di follia, tra cui la madre, cercano di ucciderla), Ga-in va a trovare lo zio nella provincia di Gangwon per far luce sulla vicenda. E qui, da circa metà film in poi, la misteriosa maledizione, pur continuando a mietere vittime, viene progressivamente attratta nell’orbita del delirio allucinatorio, transitando brevemente (e violentemente) attraverso i territori del rancore e della vendetta. La tematica soprannaturale confluisce nella sfera psicopatologica, insomma, senza peraltro essere annullata del tutto, dal momento che la follia resta una chiave di lettura insufficiente a spiegare tutti i perché e i percome del film. Indubbiamente la materia non è di primo pelo (gli horror degli ultimi non hanno certo lesinato in famiglie sciagurate e sensazionali colpi di scena), tuttavia Oh Ki-hwan mostra di manipolarla con soddisfacente padronanza e, pur eccedendo talvolta nello stile-Ikea con lenti movimenti di macchina a esplorare spazi elegantemente illuminati, riesce a tenere sotto controllo la temperatura emotiva del film, piazzando di quando in quando zampillanti bagni di sangue (l’omicidio di Jee-sun in ospedale da parte della sorella) e gocciolanti apparizioni (la visione onirica del demone che annuncia la maledizione a Ga-in). Pregevole inoltre il modo in cui il regista orchestra il gioco di sguardi, distillando soggettive intimorite e carrellate inquietanti, a creare un clima di angoscia permanente. E anche se il sospetto del moralismo sfiora la coscienza dello spettatore (la vendetta è sempre una motivazione a rischio), le continue sterzate del racconto e la lenta disgregazione del nucleo familiare assicurano a “Someone Behind You” quel tanto di irrequietezza sovversiva che, unita a un ritmo serrato e a un congruo litraggio di sangue, fa la felicità degli appassionati del genere. Occhio alla camminata iniziale: è molto meno neutra di quanto sembri.