FORBIDDEN QUEST

Anno Produzione2006

TRAMA

Incaricato di indagare su un reato di falsificazione per conto della regina, lo studioso e funzionario statale Kim Yoon-suh si imbatte casualmente nel traffico di testi licenziosi. Immediatamente contagiato dall’erotismo sprigionato da questi libri, anch’egli si cimenta nella scrittura erotica, diventando ben presto un vero e proprio fenomeno letterario. Intanto la regina sembra interessarsi pericolosamente a lui.

RECENSIONI

Esordio dietro la macchina da presa dello stimato sceneggiatore Kim Dae-woo, Forbidden Quest deve larga parte del suo fascino alla sontuosità dell’impaginazione e all’eleganza del tratto stilistico, riuscendo a coniugare perfettamente prezioso intrattenimento narrativo e inventiva visiva. La materia manipolata – mélo di palpitante convenzionalità: amore ostacolato da differenze di status e intriso di violento erotismo – è riscritta secondo traiettorie imprevedibili, guizzanti tra i tracciati della vendetta familiare e quelli della disobbedienza alle istituzioni, svolazzanti tra l’assolutezza del sentimento amoroso e l’ambiguità delle spinte pulsionali. La scoperta di un universo ignoto (la letteratura erotica come territorio inesplorato della scrittura) coincide per il letterato Kim Yoon-suh con l’esplorazione di zone oscure di sé, luoghi tanto proibiti quanto attraenti. E al tempo stesso con l’illiceità di una relazione adulterina dai contorni assai torbidi e equivoci: non solo accettare le avance della regina significa esporsi alla temibile punizione regale, ma addirittura usarla come musa ispiratrice, sfruttando la relazione come banco di prova per le fantasie erotiche destinate alla creazione letteraria, significa addirittura giocare il tutto per tutto.
Il vertiginoso innalzamento della posta in palio è tuttavia bilanciato dalla sapiente alternanza dei registri (e qui si sente l’esperienza del Kim Dae-woo sceneggiatore, già autore di apprezzati script quali Untold Scandal per Lee Jae-yong o The Foul King, splendida commedia grottesca scritta per Kim Jee-woon), sempre padroneggiati con buona sicurezza. In questo tessuto narrativo di brillante irregolarità (si passa dall’action alla slapstick, dalle atmosfere sexy al fiammeggiare del mélo con aurea disinvoltura) si inseriscono trovate visive sfiziose e scherzose (una piccola galleria di lettrici che commenta maliziosamente il libro erotico guardando in macchina, due figurine miniaturizzate che mimano un amplesso acrobatico visualizzando su un tavolino la posizione descritta dallo scrittore all’illustratore), impreziosite dalla fotografia eburnea e biancheggiante di Kim Ji-yong. Completano la sfarzosità della messa in scena scenografie di grande impatto spettacolare, esaltate da composizioni del quadro di raffinata perizia. Di tanto in tanto si sfiora la calligrafia, è vero (come nella sequenza del redde rationem davanti alla vasca regale), ma complessivamente Forbidden Quest schiva lo sterile virtuosismo dosando il piacere della narrazione con quello della visione. Come evidenziato nel quadretto conclusivo in cui lo scrittore “indecente” mostra ai collaboratori la sua ultima invenzione: le immagini in movimento.