Commedia, Drammatico, Recensione, Sentimentale

LEARNING TO LIE

Titolo OriginaleLiegen lernen
NazioneGermania
Anno Produzione2003
Durata87

TRAMA

L’educazione sentimentale di Helmut: da liceale si innamora di Britta, poi la perde di vista e incrocia la sua vita con quella di altre donne, imparando l’arte della menzogna. Ma prima di “smettere” (leggi: matrimonio) deve regolare i conti con il suo primo amore.

RECENSIONI

Helmut’s creek

Presentato come ideale continuazione di GOODBYE LENIN per il semplice fatto che Handloegten (esordio alla regia) collaborò alla sceneggiatura, LIEGEN LERNER è in realtà un classico esempio di anti-cinema, in quanto pone il vuoto comunicativo come cifra distintiva: non ha nulla da trasmettere, nessuna suggestione da lanciare, neanche una scena che riesca a coinvolgere per un attimo la platea. Pone la Storia tedesca come mero pretesto, buttando nella mischia il muro di Berlino (e conseguente caduta) nel goffo tentativo di tirarsi a lucido, cucendosi addosso addirittura una pretesa sociale. Ovviamente non vi riesce, e procede per accumulazione senza distaccarsi da una puntata qualsiasi di DAWSON’S CREEK: amori e tradimenti, riconciliazioni, labbra sfiorate e addii farfugliati nelle orecchie (poveri noi), con il finale più insulso che si ricordi da qualche anno a questa parte. Il tema conduttore –anch’esso un pretesto- pecca di maschilismo smaltendo il tema della menzogna (l’uomo che inganna la donna) dopo appena un paio di scene (la micidiale voice off iniziale); il protagonista Fabian Busch non riesce mai a liberarsi della sua devastante antipatia da primo della classe; la regia si rivela presto rozza e grossolana. Un esempio: per sottolineare il punto di svolta della vicenda (Helmut, sbronzo lercio, stramazza a terra all’uscita di un pub) rallenta il flusso dell’immagine, come ad imboccare lo spettatore. Ehi, attenzione: questo è il momento culminante della storia. Non avete bisogno di tali consigli? Ma noi ve li diamo lo stesso. Segnalato all’Oscar per la Germania, qualcuno mi spieghi il motivo: dirò un film ridicolo, ma giusto perché sono un signore.