TRAMA
Maurice Dumont è un bambino di 9 anni con una strano legame tra questo mondo e quello ultraterreno. La madre Marie, distrutta dal dolore per la morte al momento della nascita del fratello gemello di Maurice, cede all’influenza occulta dell’enigmatica Madame Armand. La donna costringe il piccolo Maurice a diventare una sorta di medium con l’aldilà.
RECENSIONI
Indietro nel tempo
Un film girato in Italia, ambientato in Francia e parlato in inglese. La giovane torinese Silvana Zancolò (classe 1972) prova a distaccarsi da omologazioni e rigidità del panorama cinematografico nostrano con un film di quasi "genere". Siamo infatti dalle parti dell'horror, o comunque del soprannaturale, con un bambino dai poteri medianici capace di entrare in contatto con il fratello gemello morto prematuramente. Più della storia, però, liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Pascal Françaixe, e del tentativo delle madri del titolo di sfruttare il talento del piccolo per rincontrare i propri defunti, ciò che colpisce della messa in scena della Zancolò è la capacità di creare un'atmosfera. Per un'ora e mezza si entra negli anni Quaranta di un piccolo paese francese di montagna, nei silenzi di intere giornate trascorse a sbrigare le faccende e ad attendere che il tempo passi portando possibilmente buone notizie, con gli uomini quasi del tutto assenti perchè in guerra e le donne a piangere i tanti lutti della famiglia. C'è un apprezzabile pudore nello stile della regista, che non aderisce ad alcun modello ma crea un'opera molto personale e sentita. Non tutto è a fuoco nel risultato, alcuni personaggi sono un po' troppo scritti (la coppia evoluta composta dalla lei medico e dal lui insegnante), il finale arriva insieme prevedibile e sbrigativo, una patina televisiva rischia di ingessare la narrazione, ma il racconto colpisce proprio per la sensazione di piena immersione in un'altra epoca. Determinante, al riguardo, il contributo delle musiche evocative di Paolo Marzocchi, della fotografia di Pierluigi Santi e della efficace semplicità di costumi e scenografie. Discorso a parte per gli effetti speciali. Riescono ad armonizzarsi grazie a un tratto felicemente incerto (un sofisticato utilizzo della computer grafica sarebbe risultato stridente), ma creano immagini, e quindi suggestioni, un po' stereotipate.
