TRAMA
In una calda estate, un gruppo di giovani avventurieri noleggia lo yatch Dionysus, imbarcandosi per un viaggio da sogno verso le esotiche isole Fiji. Nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, però, gli amici incontreranno una spaventosa forza maligna. La vacanza si trasformerà in un tremendo massacro. Il Traghettatore sta arrivando e tutti dovranno pagare!
RECENSIONI
Dagli antipodi niente di nuovo
Dalla Nuova Zelanda Chris Graham scomoda il mito greco di Caronte, traghettatore dell'Ade, per un modesto horror dagli esiti prevedibili, oltre che risibili. A dare corpo, e poco altro, alla carne da macello, un male assortito gruppo di vacanzieri a bordo di uno yacht destinato alle isole Fiji. Un S.O.S. guasterà i bagni di sole e obbligherà il gruppo a una pausa forzata in mezzo ai marosi. L'unico superstite di una nave alla deriva si rivelerà, ovviamente, portatore di un terribile maleficio. La trovata è che attraverso un pugnale le personalità si scambiano, quindi basta che il cattivo di turno infilzi il primo che gli capita a tiro perchè il male cominci il suo tour tra i componenti dell'equipaggio. La presenza di una nebbia fittissima, poi, facilità il contenimento del budget confinando il set “en-plein-air” nel perimetro di un teatro di posa, dove eterne scene madri si dilungano senza troppo mordente. Certo, potrebbe essere simpatico vedere la fighetta cinica ed egoista convertita in super-cafona, o il borghesuccio incolore ravvivato da un guizzo luciferino negli occhi, ma i caratteri sono fin da subito troppo esasperati per garantire un minimo di imprevedibilità, e quindi di interesse, ai continui cambi di prospettiva. Non aiuta di certo la recitazione da filodrammatica del cast, a partire dalla rediviva Kerry Fox (Migliore Attrice a Berlino 2001 per Intimacy), sempre fuori registro, sia nelle risate che nelle urla: a lei spetta sicuramente la palma dell'antipatia. Di banalità in banalità, tra sgranature di routine e fotografia livida (ma l'effetto "cinema verità" è ben lungi) c'è posto pure per il solito trauma da rimuovere e per un brutto, ma tutt'altro che pauroso, mostricione in latex. Unica nota positiva il finalissimo, che chiude il film con inaspettata ironia. Ovviamente non basta una nota di colore per risollevare il film dal grigiore in cui stagna.
