TRAMA
La dottoressa Annika e la figlia 17enne Saga si sono appena trasferite in Lapponia, dove Annika ha trovato lavoro nell’ospedale locale. La piccola città, con la sua interminabile notte polare, sembra noiosa proprio come Saga si immaginava. Comunque, Saga fa subito amicizia con Vega, una punkettona dai capelli rossi e neri, che si comporta come se conoscesse Saga da una vita. Ma le cose non sono come sembrano. Annika scopre qualcosa di strano nell’ospedale; e la piccola comunità è sconvolta da misteriosi omicidi…
RECENSIONI
A sangue…freddo
Se pensiamo alla Lapponia, l'ultima cosa che ci viene in mente è la possibilità che tra i ghiacci sterminati, nelle notti invernali senza fine, si celino vampiri assetati di sangue. Lo stupore per la scelta del soggetto gioca subito a favore dell'opera prima dello svedese Anders Banke. Ma la capacità di cogliere di sorpresa non è l'unica qualità del film che, infatti, naviga sapientemente tra i "generi" cinematografici lasciando che una continua commistione regni piacevolmente sovrana. La fusione tra horror e commedia non è certo originale, anzi, il modello americano, di cui "Scream" si può considerare il portabandiera, ha generato un nuovo filone che, soprattutto oltreoceano, pare inestinguibile. Ma l'ennesima rimasticatura, condotta da Banke con mano sicura, riserva spunti interessanti. La cena modello "Ti presento i miei", che finisce con il candido coniglietto preso a morsi dal fidanzatino in cerca della compiacenza dei futuri suoceri, è davvero spassosa; così come l'utilizzo improprio di un nano da giardino trasformato in improbabile arma contundente. Ma sono parecchie le trovate simpatiche, insieme a personaggi volutamente sopra le righe che si agitano, senza però stridere, nella sceneggiatura scoppiettante di Daniel Ojanlatva. L'importante è che l'amalgama funzioni, e questo accade: le battute fanno ridere e un po' di paura (grazie ad effetti speciali non solo digitali) riesce a farsi strada. Anche il sottotesto politico, con l'origine del maleficio in Ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale e la perpetuazione ad opera di un ex-nazista riciclatosi in studioso della razza perfetta di vampiri, è più curato e coerente di quanto ci si aspetti. Così come le frecciate alla superficialità del mondo giovanile, che incappano in qualche luogo comune (l’equazione “divertimento = sballo” è cavalcata con poche sfumature) ma rendono perfettamente l’idea di una società incapace di dare gli stimoli giusti.
