TRAMA
Nata e cresciuta in un villaggio rurale della Thailandia Dau, una ragazza orfana, impara le arti della magia dalla nonna: ma quando questa si ammala gravemente, Dau deve spostarsi a Bangkok per pagare le cure. La ragazza deve lavorare e prostituirsi in un topless bar, e per sopravvivere in quell’inferno utilizza sempre più i poteri magici. Ma la sua magia si fa più oscura, e le conseguenze sempre più orribili: perde il controllo dei suoi poteri, finché il male non la invade da dentro…
RECENSIONI
Mrs. Hyde d'Oriente
Nonostante l'ambientazione orientale il film è scritto e diretto dall'inglese Paul Spurrier, primo occidentale regista di un lungometraggio in lingua tailandese. Natali dell'autore a parte, "P" è una deludente immersione nei luoghi comuni del genere: ragazzina che pratica riti magici si fa prendere la mano fino a diventare un essere crudele assetato di sangue. Il fatto di porre al centro del racconto un personaggio sfumato offre spunti di interesse. La ragazza, infatti, non è positiva a senso unico e non esita a ricorrere alla magia per liberarsi delle rivali o per primeggiare nella danza. Ma alla fine è comunque il bene ad avere il sopravvento e basta un paio di manette per ingabbiare il male e liberare definitivamente l'eroina del film. Ma sono tante le ingenuità del copione (la nonna impone alla protagonista due regole da rispettare per non incorrere nell'autodistruzione e lei le trasgredisce in un battibaleno), pervaso anche da un'ombra di moralismo nel creare un ambiguo parallelo tra amore lesbico e nascita dell'alter-ego crudele. La prima parte di attesa, ambientata in un bordello tailandese per occidentali, è la più riuscita, anche se crea rivalità e conflitti che non sfigurerebbero in uno "Showgirls" d'oriente. La virata horror arriva invece nell'indifferenza. Un po' a causa della caratterizzazione della protagonista, tutt'altro che simpatica, ma anche perché omicidi e gore si succedono nella ripetitività: comparsa dell'annerita creatura maligna e sequenza in computer grafica delle interiora della vittima (originale la prima volta, poi semplicemente monotona). Tra l'altro non se ne può più di lolite cattive (s)pettinate come la Samira/Sadako di "The Ring". Quanto alle interpreti, sono tutte molto belle e sinuose, ma non particolarmente espressive, soprattutto la protagonista, credibile come ennesimo brutto anatroccolo in realtà esplosivo, ma sempre con la stessa faccia da Gioconda a regalare più gelo che fascino.
