KAKASHI

Anno Produzione2001

TRAMA

In cerca del fratello scomparso, la giovane Karou raggiunge un piccolo villaggio e si trova presto in una dimensione da incubo.

RECENSIONI

A volte ritornano

L'Oriente continua a ricercare l'inquietudine, ma pare ormai giunto al capolinea della creatività. Il riciclo sembra infatti l'unica fonte di ispirazione. Questo "Kakashi" (in italiano "Spaventapasseri") comincia come "La città incantata" di Miyazaki Hayao: una ragazza, alla ricerca del fratello Tsuyoshi, scomparso misteriosamente, decide di raggiungere il villaggio Kozukata, dove pensa possa essere andato insieme alla sua ex compagna di scuola Izumi. Proprio come la piccola Chihiro a disegni animati, la giovane e graziosa Karou deve percorrere un lungo e buio tunnel che separa la sicurezza del razionale dall'orrore dell'ancestrale. Al di là dell'oscurità si trova un dimenticato paese in cui l'apparenza bucolica cela comportamenti insani e pericolose psicosi: gli abitanti venerano antiche divinità attraverso gli spaventapasseri. A questo punto la sceneggiatura vira in Stephen King e non trova di meglio che riciclare "Grano rosso sangue" (l'adorazione della Natura) fino a un finale che ricalca "Cimitero vivente" (il mostruoso ritorno in vita dei defunti). Oltre al saccheggio di idee, il regista e co-sceneggiatore Norio Tsuruto Ryuta (a lui si deve il prequel "Ringu 0") non riesce a fare molto altro. L'attesa viene infatti prolungata all'infinito, ma le ghiotte occasioni di brivido non trovano una regia pronta a sfruttarle a dovere. Si cerca l'effetto, ma si dà modo allo spettatore di anticipare eventi e inquadrature. La sceneggiatura, del resto, non va per il sottile; costruisce situazioni approssimative, personaggi solo abbozzati (il padre di Izumi, la ragazza cinese scomparsa, la stessa Izumi) e dissemina la narrazione di tasselli un po' grossolani (i frequenti inserti onirici, l'insistita apparizione di figure impagliate senza che Karou, pur spaventata, si faccia e/o faccia troppe domande) che offrono più certezze che sospetti. Brava la protagonista Shunsuke Matsuoka, dimenticabile il contesto in cui si muove, con una promessa di terrore che si risolve in routine.