Animazione, Recensione

MCDULL, PRINCE DE LA BUN

Titolo OriginaleMak Dau: Bo lo yau wong ji
NazioneGiappone, Cina, Hong Kong
Anno Produzione2004
Durata73'

TRAMA

La madre di McDull decide di raccontare al figlio la storia del marito, il Principe delle Ciambelle, per far conoscere al figlio le proprie origini.

RECENSIONI

“Il piccolo (maialino) principe”

Emblema della malinconia del quotidiano, il maialino McDull riusciva nel lungometraggio di esordio a trasporre nelle tinte pastello le difficoltà di sopravvivere all'anonimato in una metropoli sterminata come Hong Kong. Fuggire nell'assurdo per sopravvivere al presente, con una consapevolezza in grado di accarezzare la vera libertà. L'assenza di una narrazione lineare era il punto di forza del primo film, con virate surreali tanto folli quanto divertenti. Nel sequel la magia si interrompe. La dolcezza del piccolo maialino alla ricerca di un posto nel mondo resta immutata, ma la poesia delle piccole cose assume toni grevi e poco comunicativi. La causa è da ricercare soprattutto nella scelta di sceneggiatura di rendere centrale la storia del Principe delle Ciambelle, raccontata dalla madre di McDull. Una digressione che rimpolpa il racconto con snodi criptici ammantandolo di un pessimismo stridente che fa dimenticare la geniale semplicità del piccolo maialino. Meno fulminanti anche le battute, che si affidano per ben due volte a una logorrea sfinente (la visita al dottore e la sequenza al ristorante che accompagna i titoli di coda), spassosa nelle intenzioni, solo ripetitiva nel risultato. Più deboli anche le idee che sorreggono i personaggi, con un tremolio delle gambe che da tic nervoso diventa una peculiarità da non sottovalutare e una rappresentazione della morte che cerca, invano, l'ironia. Ma il moderato ottimismo della conclusione sembra un contentino poco in linea con quanto visto fino ad allora. Visivamente colpiscono la panoramica iniziale di Hong Kong e il contrasto tra la cura dei fondali digitali e la molle rotondità dei personaggi bidimensionali, mentre gli inserti live aggiungono poco e spezzano l'incanto. Se il primo episodio si era rivelato un vero e proprio colpo di fulmine, l'opera seconda allenta l'empatia, smorza il sorriso e non sostanzia a dovere lo scoramento. Un calo di entusiasmo per McDull e le sue gesta è la diretta conseguenza.