TRAMA
Magnetic Rose – due astronauti in missione si mettono alla ricerca dell’origine di un segnale di emergenza captato dalla loro astronave.
Stink Bomb – un giovane chimico, per un tragico errore, si trasforma in una micidiale arma biologica diretta verso la città di Tokyo.
Cannon Fodder – la giornata di una cittadina disseminata di cannoni la cui unica attività è quella di aprire il fuoco verso un nemico lontano e invisibile.
RECENSIONI
Prodotto dalla celebre casa di animazione nipponica Mad House nel 1995, "Memories" è un film ad episodi ispirato ai fumetti di Otomo Katsuhiro (lo stesso di "Akira"). In "Magnetic Rose" sono vari i riferimenti, non solo visivi, a due classici della fantascienza: "2001 Odissea nello spazio" e "Solaris" (optando per l'originale di Tarkovskij). La storia racconta la deriva a cui giungono due astronauti che, rispondendo a una chiamata di aiuto, finiscono in un universo dove le loro vite si uniscono ai ricordi di una famosa cantante lirica del passato. In "Stink Bomb", il meno riuscito dei tre, una pillola dagli effetti devastanti, progettata dal governo, finisce inghiottita per errore da un povero impiegato e in "Cannon Fodder", un bambino vive in un mondo dove tutti sono concentrati sul funzionamento di un enorme cannone.
Visivamente affascinante, il film soffre di una sceneggiatura che si limita a lanciare spunti interessanti senza svilupparli a fondo. In pratica, ciò che accade nei primi minuti di ogni episodio è l'episodio stesso. Più che evolversi, le vicende quindi si dilatano, riciclando l'idea di partenza. Comune denominatore delle tre parti, un senso di straniamento a cui sono inevitabilmente condannati i personaggi: persi in un ambiente di rara bellezza ma reale solo nel ricordo, gli astronauti di “Magnetic Rose”; solo contro tutti senza acquisire mai coscienza degli eventi, il protagonista di "Stink Bomb", e impegnato in una guerra contro ignoti il bambino dell'ultima parte. Forse la più efficace, perché in grado di contagiare, con la forza degli effetti sonori, anche lo spettatore, che finisce per vivere sulla sua pelle il passivo stordimento dei personaggi.