TRAMA
Middle of Nowhere: Per potersi iscrivere all’università una ragazza inizia a spacciare marijuana con un suo amico, mentre la sorella è obbligata dalla madre a partecipare a infiniti concorsi di bellezza. Tensioni in una famiglia della provincia americana per una commedia agrodolce.
RECENSIONI
Gruppo di famiglia in un esterno
Nonostante lo stile un po’ televisivo, in Middle of Nowhere c'è una sincerità di fondo che colpisce. Stockwell - il cui curriculum fa rabbrividire, gli ultimi due: Trappola in alto mare e Turistas - costruisce una storia solida fondata solo sui personaggi e sui loro contrasti reciproci: con quel poco che fa succedere in un'ora e mezza, con niente quindi, ci parla del contrasto tra genitori e figli, tema mille volte sfruttato, ma che trova qui una forma compiuta, non certo nuova, ma internamente coerente. Strutturato su due linee di forza, una centrifuga (la ricerca di libertà, l'autorealizzazione come fuga, il futuro) e l'altra centripeta (la famiglia, la regola, il passato), il film pone al centro la rappresentazione di un microcosmo familiare, madre con due figlie, ancora devastato dal suicidio del padre, avvenuto anni prima; Stockwell si dimostra abile, in questo senso, nel restituire le relazioni tra i singoli e il gruppo, che sono intessute di dolore, ma di un dolore complesso, stratificato, fatto allo stesso tempo di odio, oppressione e attaccamento viscerale, un dolore che isola e, soprattutto, blocca: la dimensione dei personaggi di Middle of Nowhere è, appunto, l'essere bloccati da un "volere" che non si realizza mai, da una forza centrifuga (di cui sopra), sempre frustrata in partenza (e il senso del "blocco" è anche reso con l'ambientazione nella desolazione della provincia americana). Il percorso dei protagonisti è, allora, una ricerca dolorosa che ha per scenario solo il proprio Io e per principali attori i fantasmi del passato, e quando questi percorsi riescono a essere condivisi, Stockwell realizza i momenti migliori (si veda il "triangolo" appena accennato tra le due sorelle e il ragazzo o il tenero amore di Dorian per Grace). Oltre Susan Sarandon, che non ha bisogno di lodi, meritano invece di sicuro almeno un accenno le interpretazioni degli altri tre protagonisti: innanzitutto Eva Amurri (vera figlia della Sarandon e brava quasi quanto lei), ma anche Anton Yelchin e Jeanetta Arnette, bella e molto dolce.