TRAMA
Un cinico e avido uomo d’affari, Novak, sperando di allontanare in un colpo solo due potenziali fonti di preoccupazione spedisce il fratellastro Janko, un ex galeotto dall’indole aggressiva, a restaurare la villa in cui vive una giovane donna dalla mente disturbata, affidatagli dai familiari dopo la lunga permanenza in un ospedale psichiatrico. Così dovrebbe riuscire a controllarli meglio. Ma se i due si innamorassero?
RECENSIONI
Amor fou… che più “fou” non si può!
Il macedone Stanojkovsky ambienta una pittoresca novella sentimentale in quel di Skopje, sfruttando ottimamente gli spazi larghi e alberati di quella sonnolenta periferia, che sembra quasi sfumare nella campagna circostante; come se offrisse riparo dagli sguardi indiscreti alle due anime solitarie e poco socievoli, che per decisione di altri si trovano ora costrette a dividere lo stesso spazio, una villa a lungo abbandonata: Janko, ex detenuto dalle reazioni imprevedibili, e Zana, giovane donna che per una serie di tristi eventi aveva accusato disturbi psichici, finendo anche in un manicomio. Eppure, quei due caratteri guardati con sospetto dagli altri, dopo l’incomprensione dovuta all’atteggiamento diffidente di lui e ad una coabitazione forzata, sembrano destinati a incontrarsi. Sarà amore?
Il regista tratteggia con delicatezza, aggrappandosi peraltro ad un sense of humour effervescente e mai fuori posto, un raccontino che lentamente acquista spessore, anche grazie alla bravura degli interpreti. Manca probabilmente una maggiore incisività, più che altro a livello registico, laddove le scene che dovrebbero avvicinarci ulteriormente alla sensibilità stravolta dei protagonisti scivolano via con fare anonimo, quasi televisivo. Stanojkovski si riscatta abbastanza bene nella scelta degli ambienti che fanno da sfondo all’azione, e in un modo di rappresentarli a cui non deve essere estranea la sua lunga e apprezzata esperienza come documentarista.
Stefano Coccia
