TRAMA
RECENSIONI
Tre opere firmate da Dwoskin, vanno a comporre un personalissimo ed ostico « film di famiglia ». In Ascolta, la videocamera accarezza il volto di un donna : gli occhi che sembrano guardare, la bocca che sembra aprirsi a pronunciare verbo. Il volto come paesaggio, il medium cinematografico come strumento atto a suggerire il mistero di un essere impenetrabile che “si limita” a piangere sulle note dell’aria « Signore, ascolta ! » dalla Turandot di Puccini. Nel secondo, Mon, l’artista rende omaggio alla madre scomparsa ricostruendone la memoria visiva. Una giustapposizione di immagini della donna fissate su pellicola che segnalano l’inesorabile trascorrere del tempo. Un commovente, e formalmente (volutamente ?) elementare, atto d’amore. Nel terzo, The Sun and the Moon, tre personaggi, un uomo malato, essere “mostruoso” (lo stesso Dwoskin, che si espone, si esibisce come corpo Freak « eccedente »), una donna di mezza età che grida il proprio dolore ed una giovane che funge da tramite tra i due, quando non contempla il fiore della giovinezza allo specchio, vanno a comporre un quadro di familiare disperazione : il rituale dell’approssimazione alla morte e della trasmigrazione generazionale del sapere, le dinamiche interpersonali « archetipizzate » (Vita, morte, pietà e annichilimento), il gesto « comune » che diviene sinistro perché iterato.
