TRAMA
Seguendo lo schema del precedente Fantasia, gli studi Disney creano delle nuove associazioni tra animazione e musica, ispirandosi alle musiche più disparate, dal Jazz di George Gershwin alla musica classica di Ludwig Van Beethoven.
RECENSIONI
Nei propositi di Walt Disney il progetto di Fantasia non doveva esaurirsi con il capolavoro del 1940, ma arricchirsi nel tempo di nuovi episodi. A distanza di 60 anni il suo erede, Roy Disney, accanto a sette cortometraggi nuovi di zecca, ripropone anche "L'apprendista stregone", brano memorabile diretto, ai tempi, da James Algar. Non si limita, purtroppo, a dare finalmente corpo alle indicazioni del "patriarca", ma dà anche l'input agli animatori di ricalcare gran parte dell'impalcatura e delle ispirazioni dell'originale ("Una potente miscela di commedia, fantasia, balletto, dramma, impressionismo, colore, suono e furia epica"). La vera novità consisterebbe in un più ampio spazio concesso alle (superflue) presentazioni "dal vivo": fra gli altri, fanno da testimonial Steve Martin, Quincy Jones, Bette Midler, James Earl Jones e Angela Lansbury. Il primo episodio, "La sinfonia n. 5" di Beethoven (regia Pixote Hunt), con la sua danza di "farfalle stilizzate", emula, senza molte idee, il brano d'apertura di Fantasia. "I pini di Roma" di Respighi (regia di Butoy) anima al computer (in modo fin troppo evidente) delle balenottere. Con "Rapsodia in blu" di Gershwin (regia Eric Goldberg), invece, siamo dinanzi ad un'opera magistrale, proprio perché cambia la fonte d'ispirazione (non più gli stilemi di casa ma i disegni caricaturali di Hal Hirshfeld) e si dà libero sfogo all'estro creativo, dando immagine con ingegnosità e sarcasmo al pentagramma, mentre il racconto incrocia i destini di quattro simpatici personaggi, "persi" in una frenetica New York inizio secolo. Goldberg è autore anche dello spassoso quinto episodio, "Il carnevale degli animali" di Saint-Saens, dove un fenicottero rosa mattacchione non si vuole omologare al gruppo, preferendogli le volute di uno yo-yo. "L'intrepido soldatino di stagno" della favola di Andersen, su di un brano di Shostakovic (regia Butoy), associa al tratto "classico" della Disney lo stile dell'animazione sovietica, con risultati ragguardevoli, ma poco riguardo per il connubio musica/immagini. "Pop and circumstances" di Elgar, dopo Topolino, ci propone Paperino "apprendista Noè", in un episodio buffo ma di contorno. Chiude, ad immagine e somiglianza di Fantasia, un brano in cui si fa epica la lotta fra Bene e Male, Natura e Morte, per la "Suite l'uccello di fuoco" di Stravinskji (regia dei fratelli Brizzi). Per fortuna, e per tratto, è uno dei migliori.