TRAMA
Alcuni abitanti di una città dello Shanxi, nella Cina settentrionale, raccontano la loro esistenza quotidiana e il loro passato.
RECENSIONI
Lunghissima ed estenuante esplorazione digitale (anche a livello materialmente visivo, considerata la pessima copia presentata in una deplorevole compressione) nei sobborghi di un indefinito nucleo urbano dello Shanxi, regione settentrionale della Cina, ad opera del giovanissimo filmmaker cinese Xia Peng (classe 1983). La naturale immaturità del cineasta è catturata dal fascino del cinema-verité di cui però adopera sapientemente i codici di selezione e riproduzione per fornire un credibilissimo specchio dell’attuale situazione sociale nella Cina della Grande Trasformazione, offrendo un terrificante spaccato antropologico colto nella fragranza dell’en plein air. Recuperando il valore pasolinianamente prensile della m.d.p. nei confronti del reale, ci sembra che l’operazione di denuncia documentaria sulla marginalità con funzione scopertamente metonimica (una famiglia di un sobborgo di un piccolo addensamento urbano, inserito in una piccola regione di un vero e proprio moloch geopolitico) indugi in maniera ambiguamente sospetta, sulla linea di un film a tesi, sul divenire socio-politico del popolo cinese nell’era del Capitale. Con prese di posizione non sempre condivisibili (la figura del reduce di guerra, eroe osannato prima e poi dimenticato dai governi locali).
