Musicale, Recensione

PRINCESS RACCOON

Titolo OriginaleOperetta tanuki goten
NazioneGiappone
Anno Produzione2005
Genere
Durata111'

TRAMA

Il principe del palazzo di Grazia, ostile al figlio più bello di lui ed all’amore che lo unisce alla principessa Racoon, fa di tutto per continuare ad essere il più bello del reame.

RECENSIONI

Lo stile visivo di Suzuki è difficile da dimenticare per varietà e personalità, dalla messa in scena teatrale all'uso di effetti digitali tutto è lecito per comporre la sua Operetta. Attraverso danza, canti (in cinese e giapponese), tragedia e commedia si muovono i personaggi mitici di una favola estremamente crudele. L'amore trionfa attraverso la morte e decine sono le prove che la coppia deve sopportare in una realtà che facilmente si trafigura con la magia. E' anche vero che lo spettatore occidentale soffre ancora di più in un vortice di chiari (ma insondabili per lo più) riferimenti a demoni e leggende che affondano le radici nella cultura popolare e contadina. Ed ecco che proprio in virtù della dedizione dell'anziano e arzillissimo regista tutto ciò si riconfigura come un appassionante percorso visivo e umano attraverso i sentimenti e la loro astrazione. La configurazione coloristica, la popolazione di personaggi secondari imprevedibili, la radicalizzazione della discontinuità temporale e spaziale  permettono un livello di sintesi (anche culturale) che si realizza, inatteso nel finale con la inattesa cornice esplicativa.