ABLE EDWARDS

Anno Produzione2004

TRAMA

L’umanità vive in colonie spaziali, soggetta al potere delle multinazionali. La Edwards Corp., leader nel settore della produzione di androidi, versa in cattive acque. Il direttivo decide di replicare geneticamente il defunto Abel Edwards, fondatore storico dell’azienda: compito del clone sarà rinnovare la compagnia, utilizzando il fiuto affaristico che fu dell’originale.

RECENSIONI

E’ un esperimento avventuroso questo ABLE EDWARDS e - nonostante i limiti di una sceneggiatura che, nell’urlata citazione del Kane wellesiano, dà conto della vita di questa sorta di Walt Disney clonato che, in un’epoca di virtualità diffusa, apre, in controtendenza,  un parco di attrazioni reali – si afferma come opera piuttosto interessante. La premessa era quella di produrre un film a basso costo (il budget è di trentamila dollari) facendolo passare per un kolossal: l’autore allora, utilizzando tecniche amatoriali, scandendo delle foto e adoperandole come fondali (ABLE EDWARDS è il trionfo della retroproiezione e del chromakey) racconta un’inquietante fantastoria ambientata in un futuro imprecisato, girandola in 15 giorni, con sole inquadrature a macchina fissa. Un po’ Lars Von Trier prima maniera (quello del lambiccato formalismo), un po’ cinema d’antan - ma condito da  Philip K. Dick et similia -, ABLE EDWARDS, disseminato di riferimenti alla nostra realtà, chiari fino al fastidio, basato su un  racconto polifonico un po’ corrivo, rimane, nonostante ciò, oggetto da scoprire, le cui peculiarità vanno ben oltre la mera curiosità. Prodotto da Prezzemolo Soderbergh.