Azione, Recensione

LA TOMBA DELL’ONORE

Titolo OriginaleJingi no hakaba
NazioneGiappone
Anno Produzione1975
Genere
Durata94'

TRAMA

Un giovane yakuza per sua pazzia viene cacciato dal clan, inizia a drogarsi, si lega ad una prostituta. Morirà suicida gettandosi dal tetto del carcere.

RECENSIONI

Il Giappone postbellico era forse terreno marcio su cui costruire, l'età verde di cui Mishima mostrava già la putrescenza delle speranze. Il giovane yakuza di grandi speranze vorrebbe divenire capoclan ma ha il grosso problema d'esser un maledetto pazzo. Mancare di rispetto e di compostezza nell'irregimentata formazione mafiosa giapponese, profondamente invischiata con la politica ed il potere, è una colpa da lavare nel sangue, tutti lo sanno. Graveyard of Honor è la folle picchiata umana del suo protagonista, tratto dalla biografia d'un vero yakuza, che si annichilisce in ogni modo. Facendo di testa propria scatena guerre, tradisce gli amici, si innamora d'una prostituta, la droga non fa che spingerlo oltre nel delirio.
Di sequenza in sequenza Fukasaku perseguita il suo protagonista con l'aiuto di una macchina a mano frenetica ed un sonoro frastornante, un acido antiamericanismo pervade la pellicola tirando le fila di una narrazione sfasciata ma pronta a rapprendersi in un nucleo di follia e degradazione che ha ben pochi paragoni. La sequenza del suicidio e quella del pasto con le ossa dell'amata cremata sono difficili da dimenticare quando inserite in un progetto di messa in scena di tale potenza.
Rifatto da Mike Takashi nel 2002.