PRINCESS BLADE

Anno Produzione2001

TRAMA

Yuki e Takashi scappano dai loro capi incontrandosi  prima di un tragico destino.

RECENSIONI

Duelli e silenzi, vendette e amori impossibili, sibili di lame, si susseguono in una terra remota e indefinita. Ambientato in un paesaggio che sa di futuristico e allo stesso tempo di primordiale e in alcuni momenti di industriale, Princess Blade è liberamente ispirato al manga Shurayuki Hime di Koike Kazuo e Kamimura Kazuo.
A momenti di staticità inquieta, si alternano frequentemente scene spettacolari, il montaggio diventa frenetico, gli effetti speciali si sommano e i combattimenti rimandano esplicitamente al cinema e all’immaginario di Hong Kong.
Yuki, discendente della dinastia Takemikazuchi, fugge dopo aver scoperto il segreto che sta dietro la morte di sua mamma, la principessa Azora, uccisa quando la figlia era molto piccola. Incontrerà Takashi, esperto di informatica che vive insieme alla sorella malata, ma che si scoprirà essere un terrorista politico, in crisi di coscienza. I due, Yuki e Takashi nell’infelicità delle loro esistenze, sono l’unico spiraglio di umanità in una terra crudele e indifferente. Tra i ragazzi nasce flebile un sentimento che si incrocia tra i loro sguardi. Ma l’estrema violenza che fuggono, “tradendo” i loro capi, lì rincorre nell’impossibilità di salvezza.
Interessante per l’impatto e la scelta scenografica; da segnalare l’interpretazione di Shaku Yumiko (Yuki), espressiva e sentita, ma gli estenuanti combattimenti e i debiti “spontanei” con l’action movie fanno i rimpiangere il “vero” cinema giapponese, la sua complessità e la particolare costruzione scenica e stilistica, e così svanire le potenzialità che non sono state sviluppate dall’autore.

                              Mauro Ravarino